Pierfrancesco Pacoda: A Riccione il giradischi suona come una chitarra

23 Giugno 2003
La città laboratorio é uno dei miraggi maggiormente inseguiti dalle sub culture giovanili. Factory a cielo aperto, luoghi di incontro e di collisione, occasione irripetibile che fa dialogare mondi in apparenza lontanissimi. Tutto questo accade a Riccione, ai bordi "esotici" di una piscina (quella dell'Hotel Le Conchiglie), lontano quindi dalle consuete visioni metropolitane. Per questo motivo i nomi più celebrati della scena dance elettronica internazionale hanno accolto con entusiasmo l'invito che arriva dalla riviera Romagnola, dove da oggi al 24 giugno andrà in scena la prima edizione dell'E.M.E. l'European Music Event. Al di là dei generi, senza gli obblighi e le restrizione dello stile, sarà un festival informale, dove dj's produttori, sound system si sfideranno, dal pomeriggio a notte inoltrata offrendo la loro inarrivabile propensione al virtuosismo, la convinzione assoluta (che tanto piace a Brian Eno) che anche i giradischi possano "suonare" come una chitarra o una batteria. Da Dino Lenny, che racconta le sue visioni di borse griffate e di vittime della moda (Bucci Bag) al trionfo planetario di Claudio Coccoluto (imperdibili i suoi venerdì all'Amnesia di Ibiza, votata quest'anno all'iconografia rock), sino a Stefano Fontana-Stylophonics ed ai bolognesi Pasta Boys che la collaborazione col newyorchese Osunlade ha proiettato sulla scena internazionale, le piste da ballo sono sempre più affollate di remixers italiani. L'E.M.E. rappresenta dunque un tributo doveroso a quella "rivolta dello stile" che passa per i campionatori e i vecchi computer analogici, piuttosto che per batterie e chitarre distorte, ma continua, secondo i criteri dell'antagonismo generazionale, a scandire un linguaggio sotterraneo e ancora molto "indipendente". L'elenco degli ospiti é stellare. A iniziare dall'inglese John Digweed che, qualche anno fa, con la magnifica "Northern Exposure", tracciò le rotte della più acida psichedelia contemporanea, riscoprendo il fascino dei Pink Floyd a Formentera e che adesso, con l'etichetta Bedrock, ricostruisce partiture perfette per la modificazione degli stati di coscienza.
Domenica notte sarà al Cocoricò, sotto la piramide che sovrasta la pista centrale, mentre nell'area Titilla, quella votata alla house più estrema, metteranno i dischi Francesco Farfa, visionario sperimentatore digitale, Alex Neri che con Planet Funk gioca con frammenti distoria della black music ed i riminesi Mas Collective, che hanno appena inciso un disco con la bravissima Nicoletta Magalotti, una delle voci più emozionanti della new wave italiana, primi anni `80. Il giorno dopo al Lix a Misano é atteso Pete Tong, il dj britannico che maggiormente si identifica con l'aggressività e la consapevolezza dell'hip hop e dell'ultimo garage sound, quello che più di tutti subisce l'infuenza fortissima della madre Africa e racconta le storie esplicite delle periferie industriali inglesi. Con Tong, tra gli, ci sarà Ricky Montanari che, molti anni fa, con il disco culto "Rivera Traxx", definì il suono house di Rimini, una miscela che parte da Chicago e raggiunge Harlem prima di immergersi nel mediterraneo. Arrivata l'alba di lunedì, apre il Peter Pan, sulla collina di Riccione. Dietro il mixer, si esibiranno gli Xpress2 (Lazy, con la voce di David Byrne), Joe T. Vannelli e Part One. Finale, sempre al Peter Pan, martedì notte, con un frammento di Ibiza. Suoneranno infatti i dj del Dc10, il club più avant garde dell'estate alle Baleari, con l'uruguayana Tania Vulcano.

Pierfrancesco Pacoda

Pierfrancesco Pacoda, nato a Lecce nel 1957, vive a Bologna, è giornalista e producer discografico, critico musicale e saggista, collabora con “Alias” e “l’Espresso”. A lui si deve la scoperta …