Pierfrancesco Pacoda: No war, il potere della parola dei rockers italiani

23 Settembre 2004
Giovani, irruenti, animati da una irresistibile "furia del dire", per citare l'antropologo George Lapassade, i rockers italiani sembrano credere davvero che sia arrivato il momento di una ennesima "rivolta dello stile", capace di far convivere distorsori e buoni sentimenti, ritmi ipnotici e "messaggi". Il "dopo Jovanotti", insomma, ha contagiato, febbrilmente tutta la scena italiana, generando, ed è la prima volta da molti anni, una torrenziale nuova ondata che spazia con disinvoltura attraverso i generi, che suona sempre come se fosse in atto una "permanente" ribellione adolescenziale, fuori dai confini dei centri sociali, dei festival, delle piste da ballo. Le bands dell'Mtv day, scelte come sempre con meticolosa precisione ed attenzione agli equilibri sonori dal direttore artistico Luca de Gennaro, raccontano una storia in bilico eccitante tra la melodia pop e divagazioni elettriche che spaziano verso orizzonti lontani. Linea `77, Caparezza, Frankie hi NRG, gli stessi Articolo 31 hanno trasformato in Italia il divismo pop in un territorio di scontro e consapevolezza, dimostrando che aveva ragione proprio Frankie quando esaltava, molti anni fa , il "potere della parola". Ecco, l'Mtv day è stato un bel festival di "Parola", anzi, di Spoken Poetry, di declamazione rock destinata a sedurre il cuore degli ascoltatori. I temi ai confini del ragga di Caparezza, la sua immagine che lo fa sentire più vicino ad un eroe dei cartoon che ad una star del pop è uno dei segnali, che la musica italiana segue le rotte di un forte "afrocentrismo" che la spinge, sempre di più, a evitare la forma della ballata rock, per scegliere la miscela di rime e ritmi che ha reso celebre Frankie, ad esempio. Una manciata di canzoni capaci di azzerare qualsiasi dibattuto sulla distanza tra centro e periferia. Come hanno dimostrato, bravissimi, gli Articolo 31 con quella inarrivabile poetica del quartiere a rischio, che riesce a trasformare in immagini vivide, coloratissime e di grande impatto, piccole cartoline dai luoghi dimenticati della cultura giovanile. In sintonia con l'energica rivendicazione della marginalità, anche geografica, ostentata dai Linea 77, che fanno esplodere sul palco, tutta l'emozione di una vita consumata nella "barriera" torinese. Dove la quotidianità è all'origine, inevitabilmente, di quel caos sonoro e creativo che è il loro riconoscibilissimo segno artistico e che si traduce, sul palco, in un suono che mischia punk rock, rap, funk, una versione violenta ed iperrealista al quale manca soltanto un "bip" dance digitale per conquistare le classifiche. Così non è stato difficile reggere il confronto con gli ospiti americani della serata, la comunità hip hop dei Black Eyed Peas, forse più visionari e psichedelici delle tante bands italiane che si sono esibite per l'Mtv day, edizione 2004 (settimo compleanno) ma, nonostante la fama planetaria, uno dei tanti gruppi che hanno suonato nell'Arena di Bologna. Efficaci, immediati, divertenti, quanto Frankie, Caparezza, Meganoidi, Articolo 31.

Pierfrancesco Pacoda

Pierfrancesco Pacoda, nato a Lecce nel 1957, vive a Bologna, è giornalista e producer discografico, critico musicale e saggista, collabora con “Alias” e “l’Espresso”. A lui si deve la scoperta …