Gianni Rossi Barilli: Africa, un continente popolato di orfani

10 Gennaio 2005
Ogni minuto che passa 8.700 persone vengono contagiate dal virus dell'Hiv in Africa. È il continente che finora ha pagato il prezzo di gran lunga più alto per l'epidemia di Aids e le stime delle agenzie internazionali non prevedono cambiamenti in meglio a breve termine. Prevedono, al contrario, che le conseguenze disastrose della diffusione della malattia faranno sentire nel prossimo futuro conseguenze ancora più drammatiche di quelle registrate nel recente passato, mettendo ulteriormene in ginocchio la struttura economica e sociale di molti paesi del continente. Nell'Africa subsahariana, dove vive circa il 10% della popolazione mondiale, si concentra oltre il 60% dei sieropositivi del pianeta, vale a dire 25 milioni di persone. Circa la metà vive nei paesi dell'Africa australe (Sudafrica in testa, che conta il maggior numero di sieropositivi e malati in assoluto). L'aspettativa di vita media, negli ultimi 15 anni, è scesa al di sotto dei quarant'anni in Botswana, Lesotho, Malawi, Mozambico Repubblica centrafricana, Ruanda, Swaziland, Zambia e Zimbabwe. In Africa, diversamente da quanto accade in altre regioni del mondo, le categorie più colpite dall'Aids sono le donne e i bambini. Le donne rappresentano il 57% dei contagi tra gli adulti e addirittura i tre quarti nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni. E quel che è peggio è che la percentuale delle donne contagiate è in continua crescita, facendo di conseguenza aumentare anche i casi di infezione tra i neonati, malgrado i programmi sanitari per limitare il fenomeno. I bambini, oltre ad ammalarsi e a morire di Aids con una frequenza spaventosamente superiore a quella dei loro coetanei che vivono nei paesi ricchi, subiscono altre tragiche conseguenze legate allo sviluppo dell'epidemia. In primo luogo la perdita di uno o di entrambi i genitori: secondo le stime dell'Unicef, entro il 2010 nell'Africa subsahariana ci saranno 50 milioni di orfani e oltre un terzo di questi avrà perso i genitori per cause legate all'Hiv/Aids. Alla conta delle vittime dirette bisogna poi aggiungere gli effetti collaterali dell'epidemia, che per via dello spopolamento che produce è in grado di infliggere colpi mortali a sistemi economici già in partenza non in ottima salute. L'Onu avverte che la diffusione dell'Hiv/Aids nelle campagne sarà in grado di provocare nel prossimo futuro crolli clamorosi della produzione agricola con conseguenti carestie che faranno molte altre vittime. Ma anche altri settori dell'economia e della vita sociale rischiano un tracollo. In Malawi, per esempio, un quarto dei dipendenti pubblici è stato ucciso o messo in condizione di non poter lavorare dall'Aids. In Zambia muoiono ogni anno più insegnanti di quanti ricevano l'abilitazione alla professione, mentre in Kenia i tre quarti dei decessi tra le forze di polizia sono attribuiti all'Aids.
A fronte di tutto questo, la solidarietà internazionale è del tutto insufficiente, malgrado il grande impegno di molte organizzazioni non governative. I governi dei paesi ricchi, Italia inclusa, non ne hanno certo dimostrato altrettanto nel finanziare il fondo mondiale per la lotta all'Aids. Ma ci sono problemi anche maggiori di questo. Come il fatto che il primo gennaio di quest'anno è scaduto un accordo, sottoscritto nel 2001 nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio, che consentiva ai paesi in ermegenza sanitaria di produrre farmaci anti Aids fuori copyright, ovvero senza l'obbligo di pagare le royalties alle multinazionali farmaceutiche. Il venir meno di questa possibilità bloccherà la produzione parallela di farmaci a prezzi accettabili. Con l'inevitabile effetto di ridurre ulteriormente l'accesso alle terapie nei paesi poveri, che in Africa già ora riguarda soltanto una piccola minoranza di "privilegiati".

Gianni Rossi Barilli

Gianni Rossi Barilli, nato a Milano nel 1963, giornalista, partecipa da vent’anni alle iniziative del movimento omosessuale, come militante, scrivendo, discutendo e anche litigando. Ha lavorato a “il manifesto” dal …