Giorgio Bocca: Lodo Mondadori. Il processo farsa

26 Maggio 2005
Il vero scandalo del processo per il lodo Mondadori è che per l´opinione pubblica e per l´informazione esso è già rientrato nella normalità. I giornali del padrone scrivono: "Berlusconi è innocente, chi lo ha perseguitato deve chiedergli scusa, è stato spazzato via il complotto giustizialista, è finita un´epoca". E lo dicono di uno che si è salvato da una condanna perché il reato da lui commesso è stato prescritto con motivazioni assurde, come "l´intensità del dolo è diminuita dalla preesistente e pericolosa corruttibilità dell´ambiente giudiziario competente". Quanto a dire che i ricchi e privilegiati siano riusciti con i loro miliardi e con i loro avvocati superpagati a produrre una giustizia facile alla corruzione non è una aggravante, ma una scusante.
Lo scandalo devastante è che questo modo di ragionare che è la negazione del diritto, questo torbido intreccio di paradossi su cui si regge la divisione del mondo fra ricchi e impuniti e poveri e in galera è accettata come norma dalle cronache e dai commenti del processo, viene fuori senza stupore alcuno e con tutta naturalezza che quelli che stanno al piano superiore per nulla nobile ma superiore, possono confessare nelle aule di giustizia tutti i reati contro lo Stato senza che ne conseguano penalità nei loro riguardi. Hanno violato la legge che vieta la esportazione di capitali? Non hanno pagato le tasse sui redditi? Hanno violato, ed è la assurdità somma, le leggi che loro stessi avevano disegnato e fatto approvare dai deputati al loro servizio? Segretari o presidenti di partito, ministri e finanzieri celebri, hanno tradito, venduto, ingannato, violato, sporcato lo Stato, il loro Stato, lo Stato della loro Costituzione, delle loro toghe, dei loro ermellini, degli ordini onorifici, delle accademie che appaiono nelle loro biografie? È la politica bellezza, in che mondo vivi, mai sentito parlare di messer Niccolò il fiorentino? Sì, certo, ma è la naturalezza con cui la buona società parla delle sue nefandezze, il modo naturale ovvio, indiscutibile con cui racconta nei suoi processi addomesticati i vari e sofisticati modi con cui ha superato i divieti, le pene, le regole che lei stessa si è data che sgomenta. Lo Stato e la società che accettano questi penosi schermi, questi distinguo da azzeccagarbugli non sono società civili. Berlusconi non pago di essere stato assolto per prescrizione chiede di essere assolto con formula piena e questa volta la Cassazione gli dice di no, ma come? ‟La sua richiesta va rigettata perché gli elementi raccolti dalla Corte d´Appello sono idonei a sostenere l´accusa in giudizio”. In parole povere: ci sono agli atti le prove che i soldi, i miliardi che finivano sui conti degli avvocati e dei giudici corrotti partivano dalle casse del Cavaliere. Ma aveva delle attenuanti, doveva navigare nella corruzione. Così va il mondo, non è vero? Sì così va il mondo ma l´impressione è che questo affarismo estremo e truffatore stia andando un po´ troppo a ruota libera. Chi ha i soldi e il potere può sostenere le tesi più assurde.
Gli avvocati Previti, Acampora, Pacifico possono dichiarare in un´aula di giustizia che gli industriali li arricchivano non per la corruzione dei giudici ma per regolare parcelle professionali astronomiche e, un giudice ha potuto sostenere che la sua improvvisa ricchezza si spiegava con la eredità di uno zio e gli industriali corruttori hanno potuto sostenere di essere stati danneggiati dal pubblico istituto che li aveva finanziati e chiedere rimborsi giganteschi approvati da giudici amici. È così che un sistema politico ed economico può finire, come dice Scalfari, per disgregazione, per il nulla che si tiene, nulla che funziona. La fine del comunismo nei paesi dell´Est ha molti padri nobili, molti protagonisti provvidenziali, dai sindacalisti polacchi al Sommo Pontefice. Ma a chi l´ha vista con i suoi occhi questa disgregazione è apparsa anche lei come un fenomeno naturale inspiegabile e irresistibile, come la fine di un diluvio come il deserto dopo il diluvio. In quei paesi a un certo punto le sedi dei partiti comunisti rimasero deserte. I regimi dittatoriali erano già morti e non lo sapevano.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …