Enrico Franceschini: Asta record per il Bacon di Sofi

13 Febbraio 2007
Domanda: che cosa hanno in comune Sofia Loren, papa Innocenzo X e il pittore Francis Bacon? Risposta: ventuno milioni di euro. Questa è la cifra record sborsata l’altra sera a un’asta di Christie’s per Study of Portrait II, un quadro del celebre pittore contemporaneo inglese (1909-1992), che apparteneva alla ricca collezione privata di Sofia Loren e di suo marito Carlo Ponti, recentemente scomparso. Noto per la sua serie di opere sui pontefici, per questo, dipinto nel 1956, Bacon si era ispirato a un famoso ritratto di Innocenzo X fatto da Diego Velasquez nel diciassettesimo secolo. L’acquirente è stato Andrew Fabricant, per conto della Richard Gray Gallery di New York. è la somma più alta mai pagata per un’opera d’arte contemporanea, eclissando il record precedente stabilito da un’opera di Willem De Kooning; ed è la cifra più alta pagata per un’opera di Bacon, che in autunno a New York era arrivato a quota 17 milioni di euro. Per queste ragioni, e per il tocco di glamour dovuto al fatto che la tela apparteneva alla Loren, la vendita è finita su tutti i giornali, diventando il paradigma di una settimana eccezionale per l’arte a Londra: in appena quattro giorni, Christie’s e Sotheby’s hanno venduto opere per 536 milioni di euro, raggiungendo per la prima volta i livelli delle aste newyorchesi. In una sola sera, anzi in appena tre ore, da Christie’s sono stati venduti quadri per quasi 200 milioni di euro, trenta dei quali a oltre un milione di euro l’uno, tra cui numerosi impressionisti, da Degas a Manet all’arte russa. Ma va forte anche l’arte moderna: negli stessi giorni un ritratto di Brigitte Bardot, disegnato da Andy Warhol quando l’attrice aveva trentanove anni, è stato venduto per oltre otto milioni di euro, insieme a ritratti di Mao, di Marylin Monroe e di altri dei soggetti preferiti dal re della "pop art" americana. ‟é un mercato vibrante, in cui si moltiplicano i compratori da tutto il mondo, non più solo americani ed europei, ma anche i nuovi ricchi russi, cinesi, indiani”, commenta Jussi Pyllkan, direttrice del dipartimento europeo di Christie’s. Ricchi sempre più ricchi, e ricchezze sempre più internazionali, globalizzate: questo, concordano gli esperti, è il motivo del boom delle aste. Non più soltanto sceicchi arabi, aristocratici inglesi e tycoon americani, ma anche petrolieri russi e magnati dell’high-tech provenienti dall’Estremo Oriente hanno cominciato a collezionare opere d’arte, come investimento e come status symbol. Il risultato che è Christie’s ha fatturato circa quattro miliardi di euro nel 2006, Sotheby’s poco meno a quota tre miliardi di euro, entrambe le case d’aste con un aumento del 25-30 per cento rispetto all’anno precedente. E a facilitare il boom provvede Internet: i cataloghi si possono visionare "on line" e dalla rete, oltre che per telefono e ovviamente di persona, si può anche partecipare all’asta.

Enrico Franceschini

Enrico Franceschini (Bologna, 1956), giornalista e scrittore, è da più di trent'anni corrispondente dall’estero per “la Repubblica”, per cui ha ricoperto le sedi di New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e …