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Marina Ivanovna Cvetaeva (1892-1941), poetessa russa oggi considerata al livello di Majakovskij, di Pasternak e dell’Achmatova, visse gli anni del regime di Stalin, che censurò e rifiutò la sua opera, vicina all’ideologia anticomunista dell’Armata bianca. Perseguitata e separata dalla sua famiglia, la Cvetaeva morì suicida nel 1941, finendo nell’oblio fino agli anni sessanta, quando venne riscoperta. Nei “Classici” Feltrinelli è uscito Poesie (1992) e, nella collana digitale Zoom, Nemmeno sapevo d’esser poeta (2014).