Vittorio Gregotti

Vittorio Gregotti (Novara, 1927 - Milano, 2020), architetto, urbanista, saggista, dopo la laurea in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano, ha lavorato con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino (Architetti Associati), ha poi fondato nel 1974 la Gregotti Associati. Ha insegnato presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e le facoltà di Architettura di Milano e Palermo, ed è stato visiting professor in diverse università straniere. Ha partecipato a numerose esposizioni nel mondo e ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali, si è occupato della Biennale di Venezia, ed è stato membro del Bund der deutschen Architekten e membro onorario dell’American Institute of Architects. Già direttore di “Casabella” e “Rassegna”, ha collaborato anche con “Corriere della Sera” e “la Repubblica”. Oltre a Il territorio dell’architettura (Feltrinelli, 1988), tra i suoi libri: Il disegno del prodotto industriale (Electa, 1982), Questioni di architettura (Einaudi, 1986), Dentro l’architettura (Bollati Boringhieri, 1991), La città visibile (Einaudi, 1993), Identità e crisi dell’architettura europea (Einaudi, 1999), Diciassette lettere sull’architettura (Laterza, 2000), Autobiografia del XX secolo (Skira, 2005), L’architettura nell’epoca dell’incessante (Laterza, 2006), Tre forme dia architettura mancata (Einaudi, 2010), Architettura e postmetropoli (Einaudi, 2011), Incertezze e simulazioni (Skira, 2012), Il sublime al tempo del contemporaneo (Einaudi, 2013).

Il territorio dell'architettura di Vittorio Gregotti

Di cosa è fatta la ‟cosa” dell'architettura? È la forma delle nostre materie ordinate allo scopo dell'abitare, del produrre e rivelare luoghi come cose: suo compito è dare significato all'intero ambiente fisico. Progettare significa quindi ordinare la parti…

La cattura

La cattura

di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia