August Strindberg

Johan August Strindberg, a buona ragione considerato il padre della letteratura svedese moderna, nacque a Stoccolma il 22 gennaio 1849. Cresciuto in una famiglia numerosa (era quarto di undici figli) e di rigida osservanza religiosa (pietistica), sviluppò ben presto quell'inquietudine di spirito che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Di indole ribelle e ipersensibile, non portò a termine gli studi universitari, ed , esercitò in gioventù diversi mestieri. Intanto, poco più che ventenne, aveva iniziato a pubblicare i suoi primi drammi e racconti. La notorietà gli giunse nel 1879 col romanzo La stanza rossa. Ma le sue opere successive, vibranti di polemica sociale e di anticonformismo, gli attirarono forti attacchi; scelse così di lasciare la Svezia. Tra continue disavventure e peregrinaziuni per l'Europa, nacquero alcune delle sue opere maggiori, come i drammi naturalistici Il padre e La signorina Giulia, e il romanzo Gli abitanti di Hemsö. Negli anni Novanta, oppresso dai debiti con due matrimoni falliti alle spalle, subì una lunga crisi psicologica, dalla quale riemerse anche grazie alla conquista di una personale concezione religiosa. La nuova sensibilità mistico-visionaria di Strindberg (che nel 1899 si era definitivamenle ristabilito a Stoccolma) domina le opere principali dei suoi ultimi anni: romanzi, novelle, poesia e soprattutto testi teatrali, tra i quali i grandi drammi onirici Verso Damasco e Il sogno. Nel 1912 dopo una lunga malattia che lo aveva costretto a una vita sempre più appartata, morì, all'età di 63 anni.

Fiabe di August Strindberg

‟Leggete le mie semplici fiabe del 1903 e rendetevi conto voi stessi di dove ho fatto il mio apprendistato” Così, in un articolo del 1905, Strindberg ricorda la prima edizione della sua raccolta di fiabe, Sagor, in occasione del centenario della nascita di H. C. Andersen. Questa raccolta, scritta n…