partigiani2

#7 - Fieri della Resistenza perché... perché senza il 25 aprile non ci sarebbe stato il 2 giugno e non ci sarebbe stata la Repubblica

Settanta anni fa, la Resistenza fu la base su cui si legittimarono i partiti che ereditarono l’Italia postfascista. Nei tempi del “ferro e del fuoco”, almeno al Nord l’unico elemento di legittimazione poteva venire solo dalla capacità di gestire la lotta armata contro i tedeschi e i fascisti. Determinante fu quindi la decisione di dar vita a bande di “colore”, formazioni partigiane, cioè, che pur battendosi in un unitario disegno di liberazione nazionale non rinunciavano a definirsi sulla base di precise opzioni politiche e partitiche. Nacquero così le formazioni Garibaldi legate al PCI, quelle di Giustizia e Libertà volute dal Partito d’Azione, le “Matteotti” socialiste e le “Autonome” di orientamento monarchico e liberale. I “partiti dei fucili” anticiparono e legittimarono i “partiti delle tessere” che si sarebbero affermati a guerra finita. E, soprattutto, stabilirono un nesso indissolubile tra antifascismo e Carta costituzionale, alimentando un circuito virtuoso che lega indissolubilmente il 25 aprile 1945 al 2 giugno 1946.
Nella nostra Costituzione, la tolleranza, la libertà, i diritti degli uomini, l’uguaglianza, la giustizia, il rispetto delle regole della convivenza civile, tutti gli elementi che definiscono il sedimento storico della democrazia appaiono come caratteri permanenti, sottratti alle inversioni di rotta delle congiunture politiche, ai colpi di testa di effimere maggioranze governative.
Ed è esattamente nella costruzione e nel consolidamento di questo significativo aspetto materiale della nostra Costituzione che l’antifascismo ha dato un suo ineliminabile contributo. Questa Carta costituzionale è l’unica della nostra storia unitaria a scaturire da un’Assemblea Costituente ed è stato l’antifascismo, attraverso la Resistenza e la Liberazione, a realizzare quello che era sempre stato il sogno inappagato di una democrazia compiuta.
La forza dell’accoppiata 25 aprile-2 giugno è proprio questa: aver indicato, attraverso un’assemblea Costituente votata dal 90% degli italiani, i lineamenti di una democrazia fondata sull’armoniosa convivenza tra i valori e le identità (la garanzia dei diritti individuali, sociali e politici) comuni alle tre grandi famiglie politiche e culturali che hanno fatto la storia del nostro paese, quella liberale, quella cattolica e quella del movimento operaio. Una democrazia che non può concedersi il lusso di essere “mite”, quasi che, contro le pulsioni populiste che periodicamente attraversano il nostro paese, le regole “normali” vadano potenziate attingendo alle risorse offerte proprio dagli “eccessi” di democrazia sedimentatisi intorno alle idee e alle identità dell’antifascismo.

Torna all'indice