NON RESTARE INDIETRO - IL VIAGGIO – TRE

Francesco accende il pc.
Un file jpeg allegato alla mail.

Ciao ragazze e ciao ragazzi, per lunedì prossimo vorrei che, a partire dalla fotografia che vi allego, scriveste un breve testo nella forma che volete.
Una lettera, qualche pagina di diario, un racconto. Usate la fantasia, liberate i pensieri che vi provoca. Le uniche informazioni che dovete sapere sono scritte sulla foto. Anche se il testo sarà breve andrà bene lo stesso. Ci vediamo giovedì, ricordatevi di ripassare che andremo un po’ avanti anche con il programma.
Buon lavoro :-)

A guardare quella foto in bianco e nero, Francesco rimane di sasso.
Cinquanta, forse più di cinquanta, persone con il braccio teso e la mano aperta. Il saluto nazista. E, più o meno in mezzo alla foto, un uomo che sembra altrove. Le sue braccia non sono come quelle degli altri. Sono incrociate, come in segno di sfida.
In basso a destra, sulla foto, c’è una didascalia.

“Amburgo (Germania), 1936.”

 

COLONNA SONORA
Vasco Rossi, Vivere, in Gli spari sopra, 1993

Non amavo la musica di Vasco Rossi finché, quando ero poco più che un adolescente, non ho scavalcato a un concerto e ho ascoltato questo pezzo in uno stadio strapieno di gente. Sopra le teste del pubblico, decine di migliaia di accendini. “Vivere, anche se sei morto dentro”: le parole e la musica di Vasco ci raccontano quanto può essere difficile stare al mondo, e quanta forza ci vuole per imparare a reagire.

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