Novità Feltrinelli
È l’ottobre del 2021 quando Diane Foley, madre di James W. Foley, il giornalista americano rapito nel Nord della Siria nel 2012, e poi decapitato dall’Isis il 19 agosto 2014...
Dove affonda le sue radici l’Italia di oggi? Viviamo in una fase di transizione, o si è delineato sotto i nostri occhi un approdo non effimero della vicenda repubblicana? E dove cercare le ragioni e le cause di questo approdo: in un astorico “carattere nazionale” o nel lungo confliggere di modi diversi di “essere italiani”? L’analisi di Guido Crainz si sofferma soprattutto sulla “grande trasformazione” che ha inizio negli anni del “miracolo” e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare a essa orientamento e regole, si delinea una “mutazione antropologica” destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti – di cui il ’68 è fragile e contraddittoria espressione – e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. In questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l’esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica “Seconda Repubblica”: speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro.
Guido Crainz (Udine 1947) è docente di storia contemporanea all’Università di Teramo. Collabora con il quotidiano “La Repubblica” e il magazine di Rai Storia Italia in 4D. Ha scritto numerosi …