Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
D’Arco è un detective. Lo era in vita e ora lo è anche nella città dei morti, nella cui Centrale di polizia continua a prestare servizio. È stato ucciso nella città dei vivi, mentre indagava su una banda di assassini travestiti da manichini nuziali. Un giorno, un misterioso collega e suo superiore gli comunica che i bambini della città dei morti si sono messi improvvisamente a cantare, di notte, nelle case, nei grattacieli, e gli affida la missione di fare luce su questa inspiegabile vicenda, a costo di tornare alla fonte stessa del male, nella città dei vivi, per invertire la spirale di dolore che collega il mondo dei vivi e quello dei morti, il passato e il futuro. Inizia così questo trascinante romanzo d’azione e di suspence, dove si parla del male, dell’amore, della luce, del buio, della città dei morti e di quella dei vivi e delle città di confine, dove ci sono enormi lampadari che pendono dal cielo e dove i confini si possono spostare.
In questo ”thriller metafisico” Moresco ci colpisce con una scrittura lancinante e intensa, dando vita a una storia poliziesca portata fino ai suoi esiti estremi, mescolando suggestioni letterarie e fumettistiche, sparatorie, amore, morte, paura, coraggio. Il lettore incontra una serie di personaggi violenti e indimenticabili, in qualche modo già post-umani, e attraverso la breccia della letteratura ci risucchia in un mondo che è specchio della dicotomia e dell’abbraccio tra bene e male, luce e ombra, vita e morte.
” ’Quale sarà la mia ricompensa?’ gli ho chiesto, spavaldamente, più che altro per abitudine. ’Te stesso.’ ”