Il libro presenta terribili testimonianze di vita, direttamente raccolte nei carceri, nelle comunità di recupero, per le strade, da giovani violenti. Un'impavida rapinatrice, una ricca zingara, un immigrato emarginato, un camorrista napoletano, un baby killer barese narrano le proprie esperienze, descrivono la realtà in cui sono nati e vissuti, rivelano tutto il loro scetticismo quanto a un futuro diverso e migliore. Ne scopriamo l'indifferenza per la vita e la morte, e insieme il bisogno di un senso di appartenenza e di solidarietà di gruppo; ne vediamo la spietatezza e la sofferenza. Contro la frequente e comune rimozione sociale che accompagna il proliferare dei comportamenti giovanili violenti, criminali, devianti, Paolo Crepet tenta di comprendere, e far comprendere, da dove originino tali condotte e, al di là del contesto degradato, suggerisce quanto anche il decadimento delle nostre relazioni affettive e l'indisponibilità all'ascolto possano influire sulla diffusione della criminalità tra i giovani.
"Questa società non ama i suoi ragazzi... Perché non riusciamo a credere in loro' Perché ci meravigliamo, allora, quando vediamo questi ragazzi già così vecchi, bruciati perfino nella fantasia?"
Paolo Crepet
Paolo Crepet (Torino, 1951), psichiatra e sociologo, è un esperto nel campo della ricerca sul tentato suicidio, dell’epidemiologia psichiatrica e della psichiatria sociale. Con Feltrinelli ha pubblicato anche: Psichiatria senza …
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