Caso editoriale mondiale: "Gli antropologi"
Arriva in Italia Ayşegül Savaş. Gli antropologi si è conquistato il titolo di “miglior libro dell’anno” secondo il "New Yorker".
Al centro di questo libro c’è il rapporto della vita umana con 
l’esperienza traumatica della perdita. Un’esperienza che ci accomuna 
tutti, tanto che potremmo dire che non si può pensare la vita senza 
avere contezza del suo opposto, la morte. Ma, quando perdiamo qualcuno 
che abbiamo profondamente amato, ci sembra che si apra davanti a noi un 
vuoto dentro cui è impossibile ritrovare coordinate e direzioni. Quanto 
lavoro serve per tornare a vivere? E cosa succede quando non ci 
riusciamo? Ragionare su queste domande significa iniziare un percorso 
dentro noi stessi.
Attraverso un vero e proprio “lavoro del lutto”, 
Recalcati si addentra nello squarcio che la perdita apre tra il mondo 
dei vivi e quello di chi non c’è più, e ne tira fuori una serie di 
riflessioni che di quel dolore fanno una risorsa. Infatti, mentre il 
nostro tempo esalta il futuro, il progetto e l’intraprendenza, il lutto e
 la nostalgia ci invitano invece a guardarci indietro. Ma non è un gesto
 di impotenza. Come la luce delle stelle che vediamo la notte appartiene
 a corpi celesti esplosi milioni di anni fa, così anche il dolore per la
 perdita dei nostri cari può continuare a illuminare la nostra strada, 
alimentando le risorse che ci servono per non smettere mai di nascere, 
ancora e ancora.
“Può la luce arrivare dal passato? Può esserci luce nella polvere?”
Massimo Recalcati è uno tra gli psicoanalisti più noti in Italia. È membro della Società milanese di psicoanalisi. Insegna allo IULM di Milano. Dirige la collana “Eredi” per l’editore Feltrinelli. …
