Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“Segna la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra, sia per Milano che per Testori.”
Sandrone Dazieri
Tutto comincia con una bambola di pezza. Potrebbe essere il dono affettuoso di un uomo a una bambina di sette anni, ma questo non è il mondo delle favole, e quel regalo serve solo a ingraziarsi la piccola per entrare in casa di Gina Restelli, la donna trovata morta per strangolamento all’inizio di questo romanzo. Come camminando a tentoni in una nebbia lattiginosa, la polizia indaga sulla sua vita e la scopre di umili origini. Vedova di provincia, Gina si è trasferita in città per guadagnarsi da vivere lavorando al servizio di famiglie “perbene”. È così che ha conosciuto Rinaldo Cattaneo, un rampollo della borghesia meneghina che di lei si invaghisce subito. Il giovane, abituato com’è ad avere ciò che vuole e convinto che le donne siano fatte per servire in tutti i modi possibili, non concepisce il rifiuto di Gina. Nell’incontro di queste personalità così diverse, Testori mette in scena due concezioni opposte di mondo e di amore. Città e provincia, lealtà e possesso si scambiano di posto continuamente, in un crescendo di insistenze, ricatti e umiliazioni che conduce la donna alla morte. Scritto tra il 1955 e il 1956, Nebbia al Giambellino precede quella “commedia umana lombarda” che è il ciclo di racconti, romanzi e opere teatrali dei Segreti di Milano, e di quei testi anticipa l’attenzione per un’umanità marginale e sofferente, ma viva e reale.
Giovanni Testori (Novate Milanese, 1923 - Milano, 1993), critico d’arte, poeta, autore teatrale e romanziere, è stato tra le personalità intellettuali più complesse e importanti del secondo Novecento. Tra anni …