Descrizione

‟Tutta l'Europa è scossa e in grande ansietà; la quiete sepolcrale che dai superbi tiranni si diceva 'pace' ed era 'morte di popoli' in tanti lustri di turpe schiavitù, ha cessato per dar luogo all'azione di vita e di risorgimento. Finalmente siamo alla vigilia del tremendo conflitto dei due principii, indipendenza o schiavitù, 'assolutismo o libertà', né v'ha transazione o altra via conciliativa.”

‟La vicenda specifica di Mameli illustra con efficacia la condizione di 'esilio in patria' di cui hanno sofferto a lungo i democratici nella storia italiana. Infatti, essa allude alla difficoltà con cui il termine 'repubblicano' è entrato nella cultura degli italiani. Una parola – 'repubblica' – e un sentimento che non hanno mai goduto di una cittadinanza particolarmente benevola e che proprio nel 1848 acquistano un connotato preciso…
Negli scritti di Goffredo Mameli c'è tutto il '48 italiano: l'anelito della patria; la convinzione che la storia si produca solo attraverso un riscatto popolare; il culto del gesto eroico; l'ansia dell'azione esemplare; l'idea che la storia si fa solo stando nei processi concreti, 'sporcandosi le mani'. In sintesi: la convinzione che l'azione politica sia prima di tutto partecipare in prima persona. Due tratti lo collocano nel canone del ribelle moderno: tutte le rivoluzioni appaiono come insurrezioni della gioventù e, soprattutto, partecipare significa non risparmiarsi, consumare tutte le proprie energie. Come molti altri dopo di lui, per arrivare fino a oggi, ribellarsi ha significato sostenere 'sei quello che fai' contrapposto senza possibilità di mediazione a 'sei quello che pensi'.”
(dall'Introduzione)

Conosci l’autore

Goffredo Mameli

Goffredo Mameli nacque a Genova il 5 settembre 1827, da Giorgio Mameli, ufficiale di marina, e Adelaide Zoagli. Risale al 1846 la prima partecipazione di Mameli alle sedute della società ‟Entelema”, della quale divenne segretario nel 1847 e dove lesse i primi discorsi e le prime poesie. Nell'agosto di quell'anno aveva stretto relazione con Nino Bixio, che riallacciava in Genova le fila della propaganda mazziniana. Tra l'autunno del 1847 e il marzo del 1848 (tra la concessione delle riforme e le Cinque giornate di Milano) Mameli ha già funzioni direttive nel movimento insurrezionale di Genova. Diresse, tra novembre e dicembre del 1847, le manifestazioni popolari che culminarono con la celebrazione della cacciata (10 dicembre 1746) degli austriaci da Genova: in queste occasioni componeva i suoi inni, che divenivano improvvisamente popolari. Nacquero così Fratelli d'Italia e l'inno per la commemorazione del Balilla, scritto mentre preparava l'illuminazione delle cime degli Appennini per l'anniversario. Nell'imminenza della guerra, nel marzo del 1848, aveva già preparato il corpo franco, e con questo entrò in Lombardia; combatté, ma spesso era chiamato a Milano per consultazione da Mazzini. Dopo l'armistizio di Salasco torna a Genova e chiama Garibaldi a preparare i volontari per l'invasione della Lombardia. A metà ottobre è chiamato a dirigere un quotidiano, ‟Il Diario del Popolo”. Segue Garibaldi in Toscana e a Roma, dove organizza la Costituente, tra gennaio e febbraio del 1849. Nei combattimenti contro i francesi che assediavano Roma rimase ferito a una gamba il 3 giugno. Spirava il 6 luglio 1849, tre giorni dopo la caduta della Repubblica Romana per opera delle truppe francesi.

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Extra

Dettagli

Marchio: 
FELTRINELLI
Data d’uscita: 
Gennaio, 2010
Collana: 
Universale Economica I Classici
Pagine: 
96
Prezzo: 
6,50€
ISBN: 
9788807822148
Genere: 
Tascabili 
Curatore: 
David Bidussa