Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“La vita, alla fine, non è mai poi così bella o così brutta come uno crede.”
Scritto su spinta del mentore e amico Gustave Flaubert, il primo romanzo che Maupassant pubblica quando già è un affermato autore di racconti è un capolavoro di immediato successo. Parabola drammatica e impietosa di una donna nell’Ottocento, narra la storia di Jeanne, ragazza radiosa e pronta ad assaporare la dolcezza della vita. La giovane si convince di trovare, negli occhi del visconte Julien de Lamare, il fremito dell’amore destinato a durare, ma superato l’incanto del viaggio di nozze l’uomo rivela tutta la sua meschinità. Tradimento dopo tradimento, il sogno di Jeanne appassisce e si prosciuga, e al dolore per il suo matrimonio si aggiunge quello per l’abbandono da parte del figlio. In pagine intrise di passione e sofferenza, Maupassant osserva con occhio severo e disilluso le fugaci gioie della condizione umana, senza però scadere nel nichilismo. C’è, nelle pagine di questo libro, una sensibilità nei confronti del mondo, una maniera di apprezzarne le luci, i colori, i suoni, gli odori che ci permette di cogliere, in controluce, l’intima commozione di una scoperta: la vita non è mai solo beatitudine o dannazione, ma ci regala felicità e tristezze che è nostro compito attraversare con coraggio e consapevolezza.
Henry-René-Albert-Guy de Maupassant (Tourville-sur-Arques, 1850 – Parigi, 1893) è stato uno dei massimi autori dell’Ottocento francese, rappresentante di spicco di una letteratura realista che non rinuncia al sentimento e all’invenzione. …