Per festeggiare l'uscita di I selvatici di Sarah Savioli - il primo caso in trasferta per Anna Melissari, la detective che comunica con piante e animali - un testo in esclusiva dell'autrice per il sito feltrinellieditore.it . Buona lettura!

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Sono preoccupato…

Per la prima volta la mia umana domestica se n’è andata in trasferta per qualche giorno e so che non devo entrare in ansia, ma non si riesce a essere lucidi quando c’è di mezzo un affetto così profondo. E io di affetto nei miei confronti ne nutro giustamente tanto, perché sono intelligente, saggio, umile e proprio un gran bel gattone.

L’umana detta Anna, chiamata anche mamma, ma che per me è Cosa perché è più pratico, è partita in montagna per cercare un giovane umano scomparso. Pare che debba interrogare cespugli, licheni e uccelletti, una stranezza che sa fare solo lei grazie al suo superpotere. Che poi sai che superpotere interessante discutere con le galline…

Comunque… è partita lasciandomi in balia di Coso, il maschio grande, e Cosino, il cucciolo rumoroso che ormai ha cinque anni e suppongo che in un paio di mesi sia pronto per andare a lavorare, avere una casa sua e sciò sciò, levarsi dalle zampe.

Purtroppo Coso non è lontanamente vicino allo standard di benessere al quale sono abituato. Oggi addirittura si è permesso di darmi la stessa marca di crocchette di ieri e, di fronte alla mia aria nobilmente indignata, non me le ha cambiate. Siete increduli, lo so. Anch’io.

Fortunatamente si tratta solo di un paio di giorni.

Un paio di giorni…  e se chiacchierando con un albero o una lucertola, Cosa si distraesse e perdesse? Non ha il microchip e se non si trova più, poi a me chi ci pensa? Dovrei forse accettare di subire a vita offese come quella delle crocchette di oggi? Impensabile.

In più, senza Cosa le due vecchie tartarughe sono ancora più ingestibili del solito. Forse lei di nascosto metteva nella loro acqua delle goccine, vai a sapere… Nel caso ci dicesse dove le ha messe che poi qui ci gestiamo!

E poi c’è piantaccia ansiosa per Cosino perché Coso non gli fa mettere la canottiera e il Ficus che da bravo adolescente se ne frega di tutto, ma non a sufficienza da non far polemica ogni tre minuti. Insomma, questa è la prima trasferta, ma che sia anche l’ultima!

A Cosa gliel’ho anche chiarito per telefono.

Non un telefono mio, sia chiaro: noi gatti non siamo mica scemi e figurati se ci facciamo schiavizzare da un oggetto che poi stai a fare il pisolino e drin, stai facendo il bidet e drin, fai la cura del sole e drin, ti stai facendo le unghie sul divano e drin.

Il telefono di Coso, perché lui ogni tanto arriva da me con l’espressione ottusa tipica della sua specie, mi posa di fronte il cellulare e tocca a me spiegare a lei lontana la situazione che c’è qua. Che disagio…

Comunque la mia preoccupazione più grande non è che lei non torni più. Nel caso vorrà dire che butterò le tartarughe giù dal water, spingerò i vasi di piantaccia e ficus nell’androne dei vicini e cambierò la serratura della porta per sbattere fuori di casa Coso e Cosino. Tutta incontestabile legittima difesa.

Il problema è che l’umana finisce sempre per portarsi a casa qualche creatura mentecatta.

Se dalle precedenti indagini sono arrivate nell’ordine le due tartarughe acide, poi la piantaccia che fa le paternali e un geco così demente che mi avrebbe fatto disgusto perfino mangiarlo, stavolta che è andata in montagna come minimo tornerà con un cinghiale e due caprioli.

Vabbè, quelli nel giro di qualche giorno li fa finire in ufficio da Cantoni, il capo dell’agenzia investigativa dove lavora… Ma quando mi parla al telefono, in sottofondo io la sento una voce… una voce che mi sa tanto di vegetale!

E se al suo ritorno ci porta un pino alto sei metri?!

Quello se gli faccio le buchette nella terra si difende e mi fa cadere le pigne sulla testa!

Ma ci provi lei a portare un albero così! Ci provi, che poi voglio vederla a trovargli il sottovaso con le rotelle.

Ah… se mi avessero detto che adottare degli umani sarebbe stato così impegnativo non so se lo avrei fatto, dico davvero.

Parola di Banzai.

I selvatici di Sarah Savioli

Primo caso in trasferta per Anna Melissari, la detective che comunica con piante e animali. Sulle montagne di Ferlico, un paesino degli Appennini, Cecilia e suo marito Tullio gestiscono da vent’anni un rifugio che dà impiego e ospitalità a persone in fuga dalle guerre e dal…