A duecentocinquant’anni dalla nascita di Jane Austen, Federica Brunini ci porta alla scoperta del suo nuovo romanzo, Effetto Jane Austen, con un viaggio in Inghilterra tra realtà e finzione
Sei libri, tre settimane, cinque tappe e centinaia di chilometri, anzi miglia, in Inghilterra, tra Somerset, Wiltshire e Hampshire. Più Londra, la capitale. In auto e a piedi, sulle tracce di Jane Austen. Si dice che i viaggi inizino tutti con un primo passo. Il mio è cominciato con una sfida, durante quello che doveva essere un innocuo pranzo con la mia editor di Feltrinelli.
“A te piace Jane Austen?” mi ha chiesto all’improvviso.
“L’ho letta da ragazza. Brughiera, lacrime e batticuore funzionano a sedici anni, ma poi…”
“E se dovessi rileggerla adesso?”
“Io? Ma perché?”
“Per raccontarla alla Gen Z e a molte di noi, tu che sei così appassionata dell’Inghilterra.”
“Ma non c’è spazio nei miei romanzi per amore e romanticherie. Le mie “personagge” sono donne indipendenti, spesso solitarie, anticonformiste. E poi chi è la ragazza che nel 2025 ambisce ancora a sposarsi, magari con Mr. Darcy? La Austen è superata.”
“Allora provamelo.”
“Cioè?”
“Leggila di nuovo e poi ne riparliamo.”
E così ho fatto. Romanzo dopo romanzo, riga dopo riga, parola dopo parola. Quasi con rabbia. E tanto, troppo pregiudizio. Fino a che non è subentrata la mia curiosità giornalistica: perché Jane Austen è ancora così popolare, al punto che il suo hashtag social conta 18 milioni di post? E perché le copie di Orgoglio e pregiudizio vendute nel mondo sono venti milioni, di cui il 44% negli ultimi cinque anni? Perché ci sono così tante bookstagrammer e booktoker appassionate? Dovevo scoprirlo a modo mio: nei luoghi dove Jane è nata, è vissuta ed è stata sepolta e dove ogni anno il festival che porta il suo nome richiama migliaia di appassionati da tutto il mondo, pronti a indossare un costume Regency e a vivere per una settimana nel passato, tra carrozze, tè, balli e parate. E mentre esploravo, costruivo la mia trama: quella di una giornalista a cui viene assegnato proprio un reportage sulla scrittrice, nel duecentocinquantesimo anniversario della sua nascita.
Amelia, la mia protagonista, si è presentata nella mia testa con gli anfibi da reporter e le macchine fotografiche. Mi ha seguito a Steventon e Chawton, mi ha spiato a Winchester e mi ha accompagnato, infine, a Bath. E intanto ha stretto amicizia con Emma e con suo padre, il burbero Dubois, che hanno bussato forte alla porta della mia ispirazione. E poi c’è nonna Amy, con il suo grembiule a fiori e i suoi scones preparati secondo la ricetta della regina Elisabetta. C’è il passato che torna e c’è il finale che disegna il futuro per tutti. E, in fondo, anche per me.
Che ho sentito il cuore battere forte, anche se non ho più sedici anni. Grazie all’Effetto Jane Austen.
Ecco le tappe del mio viaggio, e di quello della mia protagonista Amelia, sui luoghi di Jane Austen. Le foto e i filmati sono miei (C).
Federica Brunini
Effetto Jane Austen di Federica Brunini
L’incarico della rivista è chiaro: andare nei luoghi di Jane Austen e capire perché, a duecentocinquant’anni dalla nascita, l’autrice di Orgoglio e pregiudizio è ancora così letta e amata, soprattutto dai più giovani. Di articoli e reportage Amelia Mai…