Nelle profondità della connessione umana

Cosa unisce le nostre voci, le immagini che scorrono sugli schermi, i messaggi che attraversano il mondo in un battito di ciglia? Fili invisibili, nascosti negli abissi. Sono i cavi sottomarini che trasportano la nostra vita digitale — e che in Twist, il nuovo romanzo di Colum McCann, diventano il simbolo di qualcosa di ancora più fragile: il legame tra le persone.

Anthony Fennell, giornalista irlandese, segue una storia che sembra venire dal futuro ma affonda nel nostro presente: quella dei cavi sottomarini che trasportano l’intero flusso delle comunicazioni globali. Quando uno di questi si spezza, il flusso di parole e di immagini che attraversa il mondo s’interrompe – e con loro, anche le connessioni umane e la possibilità di capirsi sembrano vacillare. A bordo della Georges Lecointe, una nave per la riparazione dei cavi, Fennell incontra John Conway, ingegnere e apneista magnetico, e la sua compagna Zanele. Mentre la missione avanza lungo la costa africana, la tensione cresce, la realtà si incrina, e ciò che era un reportage si trasforma in una ricerca vertiginosa sulla perdita, la colpa e la necessità di “riparare” — i cavi, ma soprattutto sé stessi.

Con una prosa limpida, vibrante come un cavo ad alta tensione, Colum McCann, autore bestseller di Lascia che il mondo giri e Apeirogon, amato e premiato in tutto il mondo, si riconferma una delle voci fondamentali della letteratura contemporanea con una storia in grado di scandagliare la complessa trama del presente restituendoci una lucida rappresentazione del nostro tempo.

L’oceano diventa un’immagine dell’inconscio collettivo, un luogo in cui le parole si spezzano e si ricompongono in forme sempre nuove mentre la connessione globale si rivela come un’illusione fragile e la distanza come esperienza inevitabile.

Se un classico è “un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire” nella definizione di Calvino, Twist è votato a questo destino. L’invito a guardare sotto la pelle del mondo, là dove le connessioni non sono solo digitali ma profondamente umane, è universale e inesauribile, e ci schiude alla necessità di riparare ciò che si è spezzato, nelle fibre del mondo e dell’anima.