Caso editoriale mondiale: "Gli antropologi"
Arriva in Italia Ayşegül Savaş. Gli antropologi si è conquistato il titolo di “miglior libro dell’anno” secondo il "New Yorker".
Navigare l’opinione pubblica nell’era delle piattaforme.
Non più solo in Parlamento, in televisione o sui giornali: oggi la democrazia si gioca nei nostri feed, nei canali paralleli della controinformazione e sulle piattaforme digitali dove il confine tra verità e racconto si assottiglia.
YouTube, Telegram, X, Reddit o 4chan sono diventati l’infrastruttura della post-sfera pubblica: spazi ibridi in cui si formano nuove comunità, si costruiscono appartenenze e si decide che cosa merita considerazione. Qui gli algoritmi regolano la visibilità dei contenuti, le metriche di engagement orientano la costruzione del consenso e l’economia dell’attenzione sostituisce quella dell’argomentazione.
In questo ecosistema, la post-verità non è una deviazione patologica ma una condizione strutturale: ciò che circola online contribuisce a definire il campo del dicibile, ciò che appare legittimo nella contesa politica e ciò che viene espulso dal discorso pubblico.
Dalla storia dei media al funzionamento degli algoritmi, dalle indagini su Telegram alle teorie del complotto, questo volume analizza, decostruisce e ricontestualizza le trasformazioni della comunicazione pubblica, fornendo strumenti critici per interpretarle e pratiche per contrastarne le derive.
Le fringe platforms e le culture partecipative online rivelano oggi nuove forme di potere reticolare, in cui il margine non è più periferia ma laboratorio di innovazione simbolica e politica. Comprendere cosa accade ai margini non è più un esercizio teorico: è un gesto di cura democratica, necessario per abitare consapevolmente l’ecosistema informativo del presente.
Democrazia ai margini è la condizione che viviamo, il territorio incerto in cui oggi si decide se la democrazia possa ancora essere una promessa credibile.