Antonio Albanese racconta il suo primo romanzo.
"Il desiderio di scrivere questo romanzo arriva da molto lontano, dal ricordo sbiadito di uno zio che, quando ero bambino, mi raccontò la sua fuga da un campo di...
“Guardavo le cime innevate e pensavo che in quel momento ci fosse, comunque e nonostante tutto, moltissimo futuro.”
Valle d’Aosta, 1600 metri d’altitudine. Un albergo chiuso per la stagione ai piedi di un ghiacciaio e due padri a una festa di bambini. È l’inizio dell’amicizia tra Francesco, uomo di città che la passione per la montagna ha portato in valle con tutta la famiglia, e Michele, che fra quelle vette è cresciuto e, grazie ai grandi maestri che hanno studiato quegli ambienti fin dal primo Novecento, è diventato un esperto di neve e suoli in alta montagna. Insieme fanno quello che amano di più: camminare sui sentieri d’alta quota. Per Francesco è l’occasione per entrare in un universo di alpinisti e scienziati. Per Michele, un modo di condividere i risultati della sua ricerca scientifica nel rispetto di un elemento naturale tanto bello quanto letale. Perché la neve è la memoria delle montagne. È pace e rischio, fragilità e forza. È libertà. Francesco Casolo e Michele Freppaz ci consegnano un romanzo che mescola avventura e osservazione scientifica, un viaggio alla scoperta del senso profondo del rapportarsi alla montagna, con la consapevolezza che la vita della neve e dei ghiacci e quella dell’uomo sono intimamente legate fra loro.
Francesco Casolo (1974), milanese, vive a Gressoney - La Trinité.
È docente di Storia del cinema presso l’Istituto Europeo di Design (Ied) e insegna scrittura creativa al carcere di Biella. …
Michele Freppaz, valdostano, è professore ordinario di Pedologia e nivologia all’Università di Torino. Negli anni ha partecipato a progetti di ricerca riguardanti non solo sulle Alpi ma anche su Montagne …