Caso editoriale mondiale: "Gli antropologi"
Arriva in Italia Ayşegül Savaş. Gli antropologi si è conquistato il titolo di “miglior libro dell’anno” secondo il "New Yorker".
“Non cerco fama, gloria né vanità. Non cerco giustizia se non quella che mi insegna la montagna. Non cerco che me.”
Piove da più di un mese a Larcionèi ma, nonostante l’acqua, la comunità si riunisce per la messa del giorno dei morti. È il 1913, e alla funzione partecipano anche i Thaler con la loro unica figlia, Tina. Nel mezzo della liturgia, però, la bimba sparisce nel nulla, scatenando una ricerca disperata tra fango e pioggia che si protrae fino a tarda notte. Il giorno dopo, nell‘esatto momento in cui smette di piovere, la bambina riappare senza un graffio, sostenendo di non ricordare niente di quanto è successo. Non ci vuole molto perché le malelingue del paese la additino come strìa, una strega, e di fronte a questa malignità cieca Tina ripiega nei boschi del monte Pore, coi suoi torrenti e le sue leggende. Qui, la bambina scopre se stessa e inizia un cammino che la porterà, da adulta, ad allontanarsi dal paese e abbracciare la sua natura selvaggia a custodia dello spirito delle montagne: l’ultima lupa delle Dolomiti. Tina Thaler, uno dei personaggi più amati di Righetto, torna qui in un momento critico, quando le foreste vengono abbattute, le famiglie smembrate dalla Grande guerra e l’identità ladina sperperata dai capricci della Storia. In questo romanzo intriso di magia e tradizioni arcaiche, Righetto ci ricorda quanto stretto sia il legame tra il destino degli esseri umani e quello delle piante e degli animali che li circondano.
Matteo Righetto, scrittore e filosofo della montagna, vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana Padana (TEA, 2012), seguito dai romanzi La pelle dell’orso (Guanda, 2013), …
