“L’esperienza ci dice che non v’è nulla al mondo che il diritto non voglia toccare, disciplinare, possedere”
Il mondo intorno a noi cambia di continuo e profondamente, anche grazie alla spinta data da un’innovazione tecnologica incessante. E cambia quindi la nostra stessa vita. Come si governa questo cambiamento, chi può farlo, con quali poteri e quali limiti? Non passa giorno che non vengano ridefiniti i caratteri della nostra società. E per far questo l’uso del diritto diventa cruciale. Ma è il diritto lo strumento più adeguato?
Negli ultimi secoli difatti il campo di esercizio del diritto si è via via esteso, inglobando questioni affidate un tempo al governo della religione, dell’etica, del costume, della natura. Le nuove tecnologie della vita – genetiche, riproduttive, di prolungamento artificiale della vita – e di controllo – con la possibilità di accesso da parte di enti privati e istituzioni alla privacy individuale – hanno posto proprio il diritto al centro di una fitta rete di questioni etiche e politiche. Il libro di Stefano Rodotà affronta in tutta la sua vastità il tema del diritto in relazione alle scelte etiche, sociali e politiche della società contemporanea, alla pervasività del suo potenziale dominio e, di conseguenza, ai limiti da imporre al suo esercizio.