Natura uomo donna

di Alan W. Watts

L'uomo così come è stato plasmato dalle culture occidentali si è singolarmente allontanato da se stesso e dal suo ambiente naturale. La filosofia cristiana, la psicologia e la scienza hanno contribuito a ridurre la natura, umana e non, a una realtà da conquistare e riordinare, per sottrarla al potere del demonio o assoggettarla alla tecnologia di un intelletto razionale. Ma la coscienza tecnologica e razionale è estranea all'uomo naturale quanto lo era la sua anima soprannaturale: per entrambe la natura e l'uomo naturale sono l'oggetto di uno studio condotto mediante una tecnica che lo rende estraneo, quindi diverso, rispetto al soggetto che lo osserva. Tuttavia le divisioni tra spirito e natura, mente e corpo, sono sempre più percepite come goffe convenzioni linguistiche, incapaci di descrivere un mondo dove gli avvenimenti sono interdipendenti, le cose comprensibili solo se poste in relazione tra loro e l'uomo non pensabile come separato dalla natura. È la filosofia cinese taoista, con le sue ramificazioni nel buddhismo zen e nel neoconfucianesimo, a proporre una concezione della natura in cui l'uomo non risulta un intruso. Non è tanto un sistema teoretico, quanto un modo di vivere, in cui si recupera il senso originale dell'unità ininterrotta con la natura, senza che vada perduta la coscienza individuale; una filosofia che si applica anche al rapporto tra uomo e donna, e alla sessualità, spesso non più che tollerata in Occidente.
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Alan W. Watts

Alan W. Watts (1915-1973), inglese di origine trapiantatosi in America nel 1938, uno dei massimi esperti di teologia e problemi religiosi, è conosciuto soprattutto per i suoi studi di filosofia …

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