“Ci racconta con la sua nota maestria cinquant’anni di storia libanese” Le Nouvel Observateur
Beirut, gennaio 1990, notte fonda. È il giorno del suo quarantesimo compleanno e Karim Shammas sta aspettando il taxi che lo porterà all’aeroporto a prendere il volo per tornare a Montpellier, dove vivono la moglie e i figli. Per la seconda volta, a distanza di più di un decennio, si lascerà alle spalle il Libano, Beirut, una società che in quindici anni di guerra civile ha perso tutti i suoi valori di riferimento. Karim Shammas celebra il suo compleanno da solo, in una città al buio, percorsa dalle raffiche di Kalashnikov e dai colpi di mortaio, una città a cui di lì a pochi mesi si imporrà di partorire la pace. Verrà a raggiungerlo, nella notte, almeno una delle donne che lo hanno accompagnato nei mesi beirutini? Verrà la giovane Ghazaleh, dalla sessualità dirompente? Verrà Muna, la borghese che non vuol sentire parole d’amore banali? Verrà Hind, la fidanzata di gioventù, ora moglie di suo fratello? Quel che è certo è che verranno i ricordi. Verranno gli anni dorati dell’infanzia, verrà la sicurezza di un rapporto osmotico con il fratello quasi gemello, verrà l’afflato sessantottino della giovinezza, verrà il cameratismo della militanza. E verranno la paura, la fuga, il ritorno in un paese che non è più il suo, verrà la disillusione di chi, non solo in Libano, ha creduto nella giustizia sociale. Tornerà davvero a Montpellier, Karim Shammas?