Marco D'Eramo: Avvocati nei seggi, gli Usa votano

06 Novembre 2002
Oggi, quando i risultati elettorali saranno già conosciuti, la Federal Reserve taglierà ulteriormente il tasso ufficiale di sconto per cercare di stimolare un'economia americana sempre più catatonica. Un tasso di sconto che è già a livelli stracciati (all'1.75%, il più basso dal 1961), dopo gli undici tagli attuati in rapida successione l'anno scorso. Ma, proprio per questo, un'ulteriore riduzione non sembra in grado di rilanciare un mercato in caduta libera. E oggi infine l'amministrazione repubblicana potrà ammettere che il deficit di bilancio raggiungerà i 250 miliardi di dollari per quest'anno fiscale, e non i 150 su cui si era attestata per non allarmare gli elettori che sono già preoccupatissimi. Sono infatti parecchi mesi che il governo Usa mette in pratica sul terreno economico la celebre massima di Blaise Pascal: "Prega e crederai", che in questo caso diventa: "Fai credere che la ripresa è già cominciata, e l'economia riparte davvero". Perché è chiaro che se i consumatori ritengono che la situazione economica migliorerà, spendono di più, mentre se credono che si vada verso la recessione, prevedono di avere minori introiti e quindi risparmiano, facendo crollare i consumi. Ricordate quando nello scorso novembre il presidente George W. Bush dichiarò alla nazione che "lo shopping è un atto di patriottismo"?
La tecnica ha funzionato per qualche mese grazie al settore immobiliare e alle automobili. Dato che il tasso di sconto era a livelli irrisori, gli americani hanno potuto ricontrattare i tassi d'interesse dei mutui sulle loro case: ciò ha permesso in alcuni casi di comprare case più grandi, in altri di spendere in acquisti. Per di più, il crollo di Wall Street ha deviato gli investimenti dalle azioni verso l'immobiliare, considerato un bene rifugio. Perciò la compravendita di case ha prosperato rigogliosa e i prezzi hanno continuato a salire fino a raggiungere livelli da bolla speculativa.
Dal canto loro, le grandi case automobilistiche hanno praticato sconti bestiali, incentivi da pazzi, vendite rateali a tasso zero d'interesse. Tutto questo ha drogato il mercato dell'auto. Ma oggi siamo al doposbornia. A ottobre le vendite di auto sono crollate del 27% rispetto all'anno scorso e hanno toccato il livello più basso da quattro anni.
Ma ogni giorno porta le sue cattive notizie. Lunedì si è saputo che la spesa dei consumatori è diminuita dello 0,4% in settembre, che il tasso di disoccupazione è cresciuto al 5,7 % e che il settore manifatturiero ha perso a ottobre 49.000 posti, dopo averne persi 39.000 a settembre e 52.000 ad agosto. Ieri invece si è letto che le ordinazioni industriali sono calate del 2,3 a settembre, dopo essere già scese dello 0,4 in agosto. E l'osservatorio del padronato prevedeva altri 176.000 licenziamenti.
Ma durante la campagna elettorale i repubblicani hanno fatto di tutto per imbrogliare le carte economiche. E d'altronde molti candidati democratici non potevano neanche attaccare su questo terreno, visto che il megagalattico taglio fiscale attuato da Bush fu votato anche da 28 senatori democratici. Ma tanto per essere sicure che i repubblicani non perdessero il controllo della Camera dei deputati, all'ultimo minuto le industrie farmaceutiche hanno iniettato altri 15 milioni di dollari nella campagna repubblicana. E sono state imitate a ruota da altre grandi corporations.
D'altra parte il clima d'incertezza in cui si è votato non è destinato a scomparire tanto presto. Né pare che si saprà con certezza il nome dei 36 governatori, 34 senatori e di tutti i 435 deputati eletti in questo voto di metà mandato (midterm). Si prevede infatti un numero spropositato di ricorsi contro i risultati e di richieste di riconteggio dei voti.
Ieri pareva che ai seggi si recassero più avvocati che elettori. È l'effetto a distanza dell'interminabile disputa che ha caratterizzato il post-elezione di due anni fa, quando Bush fu nominato presidente e Al Gore fu ufficialmente sconfitto solo dopo un mese di estenuanti riconteggi e cause legali, e solo grazie a un colpo di mano dei giudici costituzionali più conservatori (guidati da Anthonin Scalia). Per queste elezioni 2002, i democratici hanno perciò messo in campo un esercito di 10.000 avvocati che si assicurino della regolarità del voto e dello spoglio. Infatti, con la scusa di verificare davvero l'identità dell'elettore, spesso gli scrutatori di parte repubblicana cercano di intimidire i votanti neri o latinos (in maggioranza democratici) prendendo loro le impronte digitali o invalidando la loro registrazione al voto. Dal canto suo, l'Associazione nazionale degli avvocati repubblicani americani (Nlaa) ha schierato 1.500 dei suoi membri per "evitare frodi elettorali", cioè per intimidire gli elettori supposti democratici. L'incertezza ieri era tale che si ventilava persino la possibilità che la maggioranza al senato fosse decisa solo l'8 dicembre in un probabile ballottaggio in Louisiana…

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …