Don Vitaliano è stato "licenziato"

04 Dicembre 2002
Don Vitaliano, il cosiddetto "prete noglobal", ha perso su ordine del vescovo la sua parrocchia di Sant'Angelo a Scala. Ed è polemica. Per inquadrare la sua particolare figura la pagina che Zulù dei 99 Posse gli ha dedicato su Cartoline zapatiste.

Come don Vitaliano volle, dopo un giro estenuante di tutti gli alberghi riusciamo a trovare una doppia disponibile che prendiamo immediatamente con foga non foss’altro che per andarci a fare la doccia in venti o trenta. Ma dietro l’angolo c’è l’orrenda sorpresa. Solo dopo aver mangiato veniamo a conoscenza che la doppia è in realtà una stanza simile ma molto simile alla cella di Poggioreale da me visitata nel lontano 1992. Due materassi coperti da un sottile copriletto macchiato in più punti da sangue e peli, pappacelle, comme se chiamano, in messicano felinas in italiano ragnatele, dovunque. Lo scarico del cesso non funziona. La doccia ovviamente sul cesso. Ma a guardare bene mi sembra un paradiso. Infatti io e don Vitaliano decidiamo di mantenere il possesso della stanza.
Vitaliano è il mio jolly per piazzarmi bene a dormire. Quando vedono lui entrare nelle hall degli alberghi, la stanza la cacciano. Gli albergatori delle volte pensano che siamo tutti degli straccioni e sapendo che con la carovana arrivano decine di giornalisti spesso preferiscono darla a loro.
Io do qui per scontato che tutto il mondo conosca don Vitaliano. Probabilmente non è così. Quindi dico due parole su di lui. La prima volta che l’ho incontrato è stato a un corteo del centro sociale Ska. E ne avevo già sentito parlare molto. Un giorno decise di organizzare un concerto dei 99 Posse a Sant’Angelo a Scala. Telefonò a Rosario e gli disse Sono don Vitaliano vorrei organizzare un concerto dei ragazzi fuori alla mia parrocchia. Rosario ci chiamò subito e ci disse C’è l’opportunità di suonare da questo don Vitaliano ovviamente a gratis, voi cosa dite? Anche se non è un centro sociale lo possiamo trattare come tale. Noi di lui conoscevamo le gesta, che era stato in prima linea a varie manifestazioni come a Milano in via Corelli per la chiusura del lager per gli immigrati, poi per l’uso del preservativo, poi al Gay Pride, poi a Praga. Sapevamo che nel suo paese lavora con drogati e prostitute, gente a cui la chiesa generalmente non presta molta attenzione. Così decidemmo di andare e di non percepire soldi.
Arrivati sulla piazza di Sant’Angelo a Scala, capii subito che Vitaliano doveva essere un pazzo. Sui tabelloni pubblicitari c’erano dei manifesti che così recitavano Parrocchia di Sant’Angelo a Scala. Avviso Sacro. Programma della settimana. Venerdì ore 15,00 incontro con i giovani. Sabato dalle ore 15 alle 18 confessioni. Domenica ore 9,00 celebrazione della Santa Messa. Ore 21 concerto della 99 Posse presso lo stadio.
Capii anche che don Vitaliano in paese è popolarissimo, è una specie di John Lennon, è amato, benvoluto e riverito da tutti. Mette insieme con qualsiasi motivo tantissime anime. Non credo che questo succeda per il suo presunto schieramento politico, ma perché la gente lo sente vicino. Nell’Irpinia di De Mita di comunisti ce ne sono pochi, e non credo pure che Vitaliano si ritenga un comunista.
Fuori dal suo paese invece non è così rispettato. È molto criticato sia dai vertici della chiesa che in ambito di movimento. Di questo non me ne fotte perché a me non è venuto mai in mente di chiedere una tessera a nessuno, nemmeno quando ero in un partito io. Quindi non chiederò la tessera nemmeno a lui. La mia idea di rivoluzione realizzata è quella di creare un movimento di massa. Quindi non c’è bisogno di gente con i paraocchi, perché nessuno può rappresentare tutti. Devi avere a che fare con chiunque. Con il qualunquista che si trova per caso là, con il compagno radicale assolutamente non dialogante con nessuna istituzione. Hai a che fare con le Tute bianche. Hai a che fare con il compagno di Rifondazione e qualche volta anche con quello dei Ds. Devi farlo, perché stai all’interno di un movimento e il tuo obiettivo è che il movimento non muoia e che continui a produrre momenti di critica. Avendo conosciuto Vitaliano in ambito di movimento e non di un partito politico, non me ne frega niente se sia comunista o meno, lo ritengo una persona in gamba e molto coraggioso. Manifesta il suo pensiero anche quando questo può costargli caro, e ci tiene a difendere le sue idee tanto quanto ci tiene a essere prete. Ma ha continui scontri con il vescovo che non fa altro che controllarlo. Ogni tanto gli impedisce di fare qualcosa Non andare a questa manifestazione, non andare a quell’altra, stai zitto su quest’altro ancora e non fare dichiarazioni pubbliche. Lui si gestisce questa situazione ma se a lui un giorno il vescovo gli toglie la tonaca, è come se lo uccidesse, perché lui ama essere prete, anche se non crede a tutte le cazzate che stanno intorno alla figura del prete. Sembra più un missionario che si mette due calzini e due mutande in una borsa e se ne va da qualche parte in Africa.
A Sant’Angelo ci ricevette con molto calore, facendoci visitare l’oratorio e mostrandoci un pezzo d’artigianato locale di cui avevo già sentito parlare. Il presepe zapatista. Questo consiste in un normale presepe dove il bambin Gesù ha il passamontagna nero. In quell’occasione scattò anche delle fotografie al presepe che voleva far vedere a Marcos nel caso in cui l’avesse mai incontrato nella vita.
Forse in questo viaggio il suo sogno si avvererà. Ma nella nostra stanzetta a Juchitán, sebbene stanchissimi, non riusciamo a dormire. Così ci mettiamo a parlare di affari nostri e io gli chiedo se la gerarchia ecclesiastica si è incazzata dopo che lui se ne era andato per esempio al Gay Pride. E lui mi ha risposto che oltre al prevedibile cazziatone del vescovo, il suo telefono per le due settimane successive squillò continuamente. Nella maggior parte dei casi si trattava di preti che si congratulavano con lui per il coraggio dimostrato ad andare alla manifestazione, ma in alcuni casi erano preti omosessuali che pensavano che lui fosse andato là come dichiarazione pubblica di omosessualità. Insomma, mi dice Anche noi preti e suore siamo esseri umani. E come conferma inizia a raccontarmi una serie di barzelette sulla religione cattolica tra cui ricordo quella del buon uomo che muore e va in paradiso dove trova San Pietro ad accoglierlo che lo conduce a fare un giro per ambientarsi. Così giungono in cima a una collina dove c’è della gente e San Pietro gli spiega che quelli sono gli islamici. Più avanti vicino a un laghetto c’erano gli induisti e in un grande campo di arance c’erano gli hare Krishna e poi i buddisti. Man mano che procedevano, San Pietro abbassava sempre di più il volume della voce finchè, giunti sotto a un muro altissimo, la voce di San Pietro era un sussurro, tanto che il buon uomo, sussurrando anche lui per paura di fare una figura di merda, dice a San Pietro San Piè, ma perché parliamo così piano? E San Pietro Perché al di là del muro stanno i cattolici e quelli so convinti che quassù ci stanno solo loro.
Altre barzellette non le posso rivelare che non vorrei mai che spretassero don Vitaliano per colpa mia.

Cartoline zapatiste di Luca “Zulù” Persico

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