Gianni Riotta: Il ruolo dell’Onu la sua credibilità

20 Gennaio 2003
Il direttore della rivista "Foreign Policy", Moises Naim, invita a Washington un gruppo di esperti internazionali alla vigilia della guerra contro l’Iraq e nel pieno della crisi con la Corea del Nord. Davanti a un piatto di pollo e verdure siedono Zbigniew Brzezinski, già consigliere per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca, Lee Hamilton, uno dei parlamentari americani più astuti in politica estera, Richard Gardner, già ambasciatore Usa in Italia e Spagna, un’autorità sul diritto alle Nazioni Unite. La discussione è riservata, ma uno dei partecipanti la condensa così: "Il paradosso del momento attuale vede l’Onu, con scarso potere reale, avere però nel mondo uno straordinario prestigio morale. Per contro gli Stati Uniti, che godono di una forza militare senza confronti, soffrono di scarsa legittimità morale. Se non risolviamo questa contraddizione prepariamo tensioni tragiche".
L’aureola etica delle Nazioni Unite si riverbera dall’Europa, che insiste per un voto di autorizzazione del Consiglio di Sicurezza prima dell’attacco a Saddam Hussein, all’America, dove la maggioranza dei cittadini si dice favorevole al blitz per disarmare Bagdad, ma solo con l’imprimatur del Palazzo di Vetro. Non c’è dubbio che il freno "morale" dell’organizzazione diretta da Kofi Annan rassicuri milioni di uomini di buona volontà sul pianeta. Suscita dunque amarezza la scelta di candidare all’Onu, su suggerimento dei Paesi africani, la Libia del colonnello Muhammar Gheddafi a presidente d ella Commissione diritti umani, organismo custode della libertà di espressione, voto, fede religiosa o politica. Se l’opposizione degli Stati Uniti non prevarrà nelle ultime ore, oggi l’Onu insedierà un gerarca di Gheddafi come arbitro dei diritti civili. Che credibilità avrà allora la Commissione? Consultare gli archivi di due delle più rispettate organizzazioni di difesa dei diritti, "Human Rights Watch" e "Amnesty International", fa rabbrividire: "Rapimenti, morti bianche, decine di desaparecidos, omicidi sono strumenti comuni contro chi dissente dal regime in Libia. Gli arrestati vanno all’ergastolo o a morte senza processo né avvocati. Le condizioni della prigione di Abu Salim, a Tripoli, sono terribili. Il preside della facoltà di chimica dell’Università Qar Yunes, a Bengasi, Salem Abu Hanak e il suo collega ingegnere Al Fatihu di Tripoli sono stati condannati a morte senza motivazioni".
Johanna Weschler, che rappresenta all’Onu "Human Rights Watch" implora la Commissione de i 35 membri: "Non lasciate che un governo repressivo sequestri alle Nazioni Unite la difesa dei diritti civili". L’Europa pensa di astenersi, preoccupata dalla diplomazia e dagli affari con Tripoli. Gli americani incalzano, per mettere le Nazioni Un ite in scacco: come opporsi alla guerra di George W. Bush in nome del diritto internazionale, se poi ci si affida a un dittatore considerato regista della strage di Lockerbie, sponsor del terrorismo, che nega ai cittadini ogni elementare libertà? Gheddafi ha in corso una sua offensiva di disgelo, dall’incontro con il premier Silvio Berlusconi alla copertina che ieri gli ha dedicato il "New York Times Magazine". Vuole usare la guerra al terrorismo fondamentalista per accreditarsi leader moderato. Propone la nascita di "Israetina", nazione comune a Israele e Palestina. Ma come paladino dei diritti è uno spaventapasseri e toglie alle Nazioni Unite forza e serietà morale, giusto quando deve esprimersi su una guerra terribile. La tavola rotonda di "Foreign Policy" paventa la forza senza ragione. L’Onu è garante dell’equilibrio, ma se la sua idea di tolleranza globale finisce ostaggio della ferocia repressiva di Gheddafi, sarà una sconfitta per chi langue senza diritti umani. L’Unione Europe a farebbe bene a rinunciare a una frigida Realpolitik per impugnare, senza ipocrisie, la sua antica tradizione di libertà.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …