Riccardo Staglianò: Pacifisti e strateghi on line il web si prepara alla guerra

27 Febbraio 2003
Una telefonata al minuto per intasare le linee del Senato e della Casa Bianca. Questo il programma della "Marcia virtuale su Washington" di ieri, organizzata dai pacifisti online di MoveOn.org e quelli tradizionali dalla "Win Without War Coalition". Duecentomila persone si sono iscritte all´iniziativa sul sito impegnandosi a bombardare di messaggi gli indirizzi elettronici dell´Amministrazione Usa. Se le stime degli organizzatori sono esatte, l´offensiva si è tradotta in almeno mezzo milione tra telefonate, fax ed e-mail. Un trillo continuo nelle stanze del potere per recapitare un unico messaggio: «Non invadere e occupare l´Iraq». La guerra al tempo di Internet si combatte - o si cerca di evitare - anche così. Non è il primo conflitto in cui la rete gioca un ruolo importante ma questa volta, oltre che per documentare, il web diventa uno dei teatri dell´azione.
Il caso della manifestazione organizzata ieri da "MoveOn", il gruppo di attivisti online che vanta oltre 600 mila membri e recluta celebrità come Susan Sarandon e Martin Sheen, è un esempio eloquente sul versante pacifista. Ma non ne mancano neppure sul fronte opposto. In attesa che quella vera inizi, la guerra psicologica ha aggiornato il suo arsenale alle e-mail. Milioni di messaggi di posta elettronica sono stati spediti già dal mese scorso da specialisti dell´esercito americano a ufficiali militari iracheni e semplici cittadini con l´invito a pensare alla sicurezza delle proprie famiglie e a isolare Saddam Hussein. «E´ il primo uso riconosciuto di messaggi di posta elettronica come parte di un´offensiva di contro-informazione» dichiara a "Wired" William Knowles, esperto di intelligence. L´Iraq ha però reagito in maniera radicale, censurando la maggior parte delle e-mail in ingresso.
Il dissenso nei confronti dell´eventualità dell´attacco è, in rete, largamente maggioritario. Un indirizzo che assolve bene il compito di elencarne i siti è la selezione fatta dal britannico Guardian a www.guardian.co.uk/antiwar/. Tra le iniziative che hanno avuto vita online c´è quella di "Peaceful Tomorrows" (www.peacefultomorrows.org), un´organizzazione fondata da familiari delle vittime dell´11 settembre che cerca di concepire risposte non violente al terrorismo con un argomento incontrovertibile: «Vogliamo evitare ad altre famiglie innocenti quello che abbiamo patito noi». Ma ancora più eclatante è il caso degli "scudi umani" (www.humanshields.org), il movimento scaturito da un messaggio postato dall´attivista Ken Nichols O´Keefe sul sito IndyMedia (www.indymedia.org): «Assieme a un amico sto per partire in auto per Bagdad per fare da "scudo umano"». Di lì a pochi giorni erano centinaia le persone, da tutto il mondo, che avevano seguito il suo gesto. Per l´equipaggiamento il pacifista elettronico può rifornirsi dal popolare Waketheworld.org da cui si possono scaricare poster anti-guerra (ma anche proporne di propria creazione) mentre l´International Herald Tribune racconta la storia del grafico di Seattle Art Boruck (www.boruckprinting.com) divenuto una celebrità per gli oltre 75 mila cartelli "No Iraq war" venduti in tutto il mondo. Esistono, poi, anche le presenze telematiche dei sostenitori delle ragioni dell´attacco come quella dei "falchi" di Americans for Victory over Terrorism (www.avot.org) e Patriots for the Defence of America (defenseofamerica.org).
Dappertutto, nascono blog (giornali amatoriali on line) per prendere posizione a favore o contro l´intervento in Iraq. In questi diari aggiornati di continuo come Stand Down (www.nowarblog.org) e Killing Goliath (www.killinggoliath.com) si oppongono e coagulano le opinioni anti-belliche. Di avviso opposto sono altri one-man-newspaper raccolti dal Warblogger Watch (warbloggerwatch.blogspot.com), tra cui spicca quello di Andrew Sullivan (www.andrewsullivan.com), ex direttore di "The New Republic". Ce n´è, infine, uno che ha attirato di recente molta attenzione nonostante rimangano dubbi sulla sua autenticità. E´ quello di "Salam Pax" (dear_raed.blogspot.com), un iracheno che racconta la vita a Bagdad nell´attesa del primo missile.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …