Ugo Volli: Il comico paradosso di una società impaurita

29 Aprile 2003
Su denuncia di una associazione di consumatori un giudice di Milano ha chiesto il sequestro di quei nuovi liquidi yo-yo con cui si divertono i nostri bambini. Non dubitiamo che il provvedimento sia legale e perfettamente giustificato. I giocattoli mancano del marchio di sicurezza europea, a quanto pare. Due bambini inglesi si sono arrotolati il cordone di questi giocattoli intorno al collo, senza danni gravi ma spaventando abbastanza le loro famiglie da finire in ospedale.
Sul piano giuridico la scelta sarà giusta, lo ripetiamo; ma su quella del buonsenso? Non è esagerato il sequestro di un giocattolo con cui si sono divertite generazioni intere di bambini, da tempi immemorabili?
E non bisognerebbe allora proibire pattini e sci che sfasciano le caviglie, biciclette da cui è normale cadere almeno all´inizio, palloni da calcio che possono trasformarsi in pericolosi proiettili? Non sarebbe forse il caso di limitare seriamente per legge l´uso dell´automobile, a cui si deve qualche decina di morti alla settimana? E´ vero che la guidiamo noi adulti, ma si sa che ormai l´adolescenza dura fino ai sessant´anni.
A parte gli scherzi vale la pena di fare una riflessione su una società che si preoccupa di proibire gli yo-yo che potrebbero arrotolarsi intorno al collo dei bambini o che - ci avete fatto caso - mette degli avvisi nei giocattoli di plastica dentro le sorprese delle uova di Pasqua per avvertire che è pericoloso inghiottirli. E´ una società gentile, premurosa, preoccupata di difendere i deboli? Mi sembra difficile sostenerlo, non sono solo i tagli del welfare a dimostrare il contrario, con meno assistenza alle persone in difficoltà, meno asili, meno vacanze gratuite per i bambini poveri, meno abbonamenti scontati per gli anziani. C´è una rete di comportamenti quotidiani aggressivi e intolleranti, di cui siamo tutti testimoni ogni giorno.
La tendenza è probabilmente un´altra: quella di risolvere i conflitti per via amministrativa giudiziaria. Anche questa è una tendenza globale, che ha origine negli Stati Uniti e nelle anomalie del loro sistema giudiziario. L´abitudine a fare cause civili per i danni veri o immaginari provocati da imprese, ma anche da singole persone, è diffusissima e i risarcimenti sono milionari. Se posso citare un caso personale, ricordo il mio sconcerto quando alcuni anni fa, invitato in casa di amici di amici in California, vidi proibire l´uso della piscina a mia figlia, perché mi fu detto, avrebbe potuto farsi male e io avrei potuto fare causa ai padroni di casa.
Anche questi sono segni di una società aggressiva, poco fiduciosa e poco solidale; una società impaurita dal dubbio "inquinamento elettromagnetico" (ma attaccata ai telefonini), come dai giocattoli, dagli stranieri e dai diversi; una società ottusamente tutta interna al proprio benessere e ai propri riti, incapace di accettare rischi minori ma cieca di fronte a quelli determinati dal meccanismo dei consumi, come l´inquinamento, le morti da automobili, il prossimo esaurimento delle fonti energetiche. Non ci resta che da sperare nei bambini che giocano con gli yo-yo, proibiti o meno.

Ugo Volli

Ugo Volli, nato a Trieste nel 1948, è professore universitario e giornalista. Ha insegnato a lungo all’Università di Bologna, nel gruppo di Umberto Eco, e da una quindicina d’anni all’Università …