Riccardo Staglianò: "Lo spazio è meraviglioso". La Cina esulta con il taikonauta

17 Ottobre 2003
La Cina è nello spazio. Con il lancio della capsula Shenzhou V e del suo unico passeggero, il gigante asiatico entra, dopo Russia e Stati Uniti, nel club esclusivo delle potenze mondiali riuscite ad inviare un uomo in orbita. Alle 9 in punto ora locale (le 3 in Italia), il vettore "La lunga Marcia II F" è decollato e la 'Shenzhou V´ («Vascello divino») è stato lanciato dalla base spaziale di Jiuquan, nel cuore del deserto di Gobi, nella Mongolia Interna. Poco dopo, a 300 chilometri d´altezza, la capsula spaziale (lunga 9 metri, pesante 8 tonnellate e composta di tre moduli) si è separata dal vettore propulsore. Era il momento che dal Centro di Comando e Controllo Spaziale di Pechino aspettavano per smettere di incrociare le dita: «Un successo», hanno finalmente potuto dichiarare. C´era il parterre completo delle autorità a fissare il cielo con trepidazione. «Un motivo di orgoglio per la nostra madrepatria» e «un passo storico nel cammino verso il progresso della scienza e della tecnologia» ha dichiarato emozionato il presidente Hu Jintao.
Erano trascorsi appena 34 minuti dal lancio quando il taikonauta (da "taikong", spazio) Yang Liwei, il cui nome era stato tenuto segreto, tranquillizzava quelli rimasti a terra: «Mi sento bene, ci vediamo domani» ha scritto in un messaggio. Pochi minuti prima di entrare nella navicella, con un voluminoso manuale di istruzioni sotto il braccio, il trentottenne tenente colonnello e pilota da combattimento delle Forze aeree cinesi, aveva promesso di non «deludere la madre patria»: «Compirò la missione con la massima concentrazione e onorerò l´esercito e il popolo cinese». Poche ore più tardi è addirittura riuscito a parlare con la moglie, descrivendole la vista «meravigliosa» di cui poteva godere dal suo particolarissimo osservatorio.
Intanto, nella capitale, migliaia di persone hanno assistito alla trasmissione televisiva sul lancio. «E´ bello, sono contenta, però peccato che non ci sia stata la trasmissione in diretta, sarebbe stato più eccitante», ha commentato una donna di mezza età uscendo dalla stazione centrale di Pechino, dove è stato sistemato uno degli schermi giganti della Cctv, la televisione di stato. Ma la prevista diretta televisiva era stata annullata all´ultimo momento per timore di un imbarazzante fallimento.
Superata la prova della partenza, il prossimo momento difficile della missione ci sarà stamani, quando la navetta rientrerà nell´atmosfera terrestre per atterrare nelle steppe della Mongolia Interna. Il sogno di Yang Liwei, che fluttuava nella sua cabina di sei metri quadrati sventolando la bandiera rossa della Cina accanto a quella azzurra delle Nazioni Unite, si è già avverato. Ma insieme al suo si realizzano anche un paio di millenarie leggende cinesi. Quella di Chang-O, la bellissima donna che prese una «magica medicina» per volare sulla Luna e diventarne la divinità. Ma anche la storia di Wan Hu, il funzionario imperiale che nel XIV secolo tentò di volare mettendo una sedia sopra a 47 canne di bambù piene di esplosivo e morì nel tentativo. «Oggi - come, ha battuto l´agenzia Xinhua - quel sogno è diventato una splendente realtà».

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …