Giuseppe Montesano: Un’isola dei famosi con pescecani

21 Novembre 2003
È appena finita "L’isola dei famosi" e il condominio è come il Parlamento quando si votano le finanziarie: hanno votato giustamente? Ci sono stati imbrogli? Era già tutto previsto dal copione? Ma proprio mentre si sta per arrivare alle mani, qualcuno propone di lanciare un programma nuovo. Ma sì! Com’è che non ci avevano pensato? Qua bisogna inventare qualcosa o si crepa di noia! E le proposte pullulano e si inseguono, vertiginose: non si potrebbe fare un bel "Politici al Polo Nord" per mandarci tutti i politici in una gara di sopravvivenza senza pellicce negli igloo?
No, non è il caso, si mangerebbero gli orsi bianchi in estinzione e pure le ultime foche! Allora forse gli ochi e le pappagalle dei programmi di varietà mandati a fare Deportati sul Vesuvio: così quando dicono l’ennesima idiozia, basta una telefonatina da casa e quelli cadono nel cratere? Non funziona, no, va a finire che poi il vulcano si intasa troppo e scoppiano terremoti e eruzioni di rigetto! Che fare? E allora nel chiasso dei sì e dei no si leva la voce di Concetta Bovarì, sicura: "Stiamo sbagliando tutto! Ma vi rendete conto? Quelli i tipi famosi dove li mandi mandi fanno i pascià e ci guadagnano! E noi? Noi invece restiamo a casa a fare le casalinghe sceme che devono guardarsi la televisione sbavando! Ma io sono stufa...". "È vero, Concetta ha ragione: mo’ basta! E che tenesse in più a me, chella muccosa ’e Giada de Blanck, eh?" e Antonietta Ciccia atteggia la bocca a cuoricino e fa: "Se a me mi gira, mi faccio chiamare pure io come un’aristocratica! Non suona bene? Antonietta de Ciccia, ex casalinga e mo’ star dello schermo...". "Suona bene? Antonie’, suona benissimo! No, voi avete avuto una grande idea: basta con le mani che puzzano di detersivo per i piatti! Abbasso la schiavitù dell’aspirapolvere! E non mi fate più vedere il Calcio la domenica sera a letto che se no mi sparo...".
Un applauso travolge le ultime parole di Emma Trancio, e quasi la portano in trionfo. Il marito della signora Bovarì cerca di replicare, ma lo moglie lo gela subito: "Ma ti sei visto bene, Raffae’? A quarant’anni tieni una panza molliccia che fa schifo, cammini srtrusciando i piedi, e tieni pure la forfora: e tu ti vorresti paragonare a Walterino ’o bello? Ma vattenne, Rafe’, fammi il piacere..." Sì, rincara la Ciccia, e quando mai questi sarebbero uomini? "Sempre a sbadigliare già alle otto di sera, felici solo se devono uscire con altri sfigati come loro a giocare a calcetto o a vedersi il film porno, e l’unica volta che sono gentili è quando ti dicono: Antonietta, amore, e se stasera andassimo a truvà nu poco a mammina mia?" No, con questi qua è ora di finirla! Perché non gli fanno fare "L’isola dei mariti cambiati"? Ma sì, un corso di sopravvivenza serio! O cambiano, o via: in bocca ai pescecani! Sull’isola devono imparare a distinguere un profumo da un altro, a dire almeno ogni tanto quelle parole che fanno correre un brivido lungo la schiena delle donne, a non guardarsi il campionato con la bocca piena di patatine fritte e la lattina di birra in mano. "E se non cambiano?". "Allora sono cambiati!". Emma Trancio dice che devono pure fare un poco di palestra, o almeno di cyclette! È possibile che questi stanno buttati con quelle panze flaccide sopra al divano per ore? "Allora, a mare! E ci pensano i pescecani...". Ma mentre le mogli e le fidanzate restano trasognate, non si sa se pensando ai pescecani o a che cos’altro, si leva la voce ironica di Enzo Trincio: "E va be’, sarà vero che siamo una mezza sola: ma voi, scusate, vi siete mai viste?".
Altro che storie: loro sull’"Isola delle mogli cambiate" ci dovrebbero andare e restarci! Sempre a dire che il marito dell’amica è più capace e le dà più soldi, sempre a vedersi le telenovele mangiandosi le unghie, sempre con le vestaglie rosa addosso tutta la santa giornata: "E poi vi volete pure atteggiare a raffinate? Emma, ma nun me fa rìrere...". E stavolta sono io a restare di stucco, perché invece di frasi atroci o spernacchiamenti, dal gruppo delle donne arriva in risposta appena un mormorio enigmatico. E io vado a dormire, per una volta, sicuro di sognare un piccolo paradiso sulla terra: non mi svegliate!

Giuseppe Montesano

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha pubblicato due romanzi: A capofitto e Nel corpo di Napoli (Premio Napoli, Superpremio Vittorini, Premio La Torre, Premio Scommesse sul Futuro, finalista Premio …