Giuseppe Montesano: Mi compro due metri di mare. Un racconto

14 Aprile 2004
La moglie di Tonino Vittima sta dicendo al marito che è un incapace. Ma com’è possibile essere così scemi? Lo Stato vende a prezzi stracciati le tombe etrusche, Firenze completa di Arno e colline, e lui che fa? Affitta una stanza sottoterra a Maratea per portarci la famiglia? "Tonì, e che ci facciamo là dentro, i funghi?", Tonino Vittima balbetta, cerca di dire che a lei Maratea una volta le piaceva, e a ferragosto possono andare a godersi un po' di fresco: ma alla parola "ferragosto", la signora Gemma esplode: "Il fresco, Tonì? Il fresco dentro a una cripta? No, tu non sei normale...".
Che umiliazione! Lei che ha fatto il liceo classico, deve seppellirsi in un monolocale sottoterra, e quella cretina ignorante della moglie di Geppy Sazio deve stare stesa al sole in topless nel suo mare privato. "Il mare privato? Ma Gemma, il mare è...". "Che è il mare, Tonì? È acqua! E di chi è? Dello Stato! E allora si vende pure il mare: e tu non te ne potevi comprare un pezzo?". Lo ha detto pure Giulio Vampiro alla televisione: il mare così com'è non serve a niente. La cosa migliore è dividerlo in lotti, venderlo ai privati e farlo fruttare: così si possono pure abbassare le tasse! No, se lei pensa a Letizia Sazio che si fa il bagno nel mare privato, le viene il vomito. "Hai capito, Tonì? Quella cretina che scrive scuola con la q si sciacqua il sedere a Capri, e io devo schiattare a rammendare le tue canottiere...".
E di colpo Gemma Vittima prende a singhiozzare, ripetendo tra le lacrime che Tonino non la ama più. Interviene Ciro Testafresca, e spiega che il mare se lo sono già preso gli imprenditori raccomandati. Lui ha chiesto un due metri per due di mare a Mondragone, il lotto che chiamano "tipo tomba", ma era già tutto venduto a una cordata del Nord. Ora per farsi un bagno, ci vogliono dieci euro al minuto: e lui che fa, non mangia? "E questo è niente!" lo interrompe Enzo Lo servo, allegro. Ieri quel genio di Giulio Vampiro ha detto che sono pronti a cartolarizzare pure il sole! "Il sole? Ma...". "Il sole, Don Ciro, il sole!" Tutto il sole della penisola se lo prendono in concessione i privati, e poi chi lo vuole deve pagare una quota fissa mensile. E non è finita qui! "Come, non è finita qui? E che altro succede?" Eh, dice serio Loservo, quelli là tengono grandi progetti! "Ancora più grandi di questi? E che ci fanno, ci mandano ai lavori forzati?" prova a ridere Testafresca, interrotto subito da Loservo: "Esatto, don Cì: lavoro coatto, abolizione delle festività a un giorno...". "Un giorno alla settimana?". "No, don Cì: all'anno...". A lui, veramente, gli sta bene così: tanto tiene gli appartamenti affittati e campa di rendita. E poi, un bel colpo di frusta all'economia ci vuole! Senza frusta la gente si rammollisce, vuole vivere tranquilla, e non produce più.
Con tono ispirato, Enzo Loservo comincia a gridare che un po’ di infelicità e di insicurezza ci vogliono, che i licenziamenti fortificano lo spirito, che più le medicine costano e più la gente è costretta a stare bene. "E se si ammalano, vuol dire che sono deboli per natura, e allora che pretendono". Lui, Enzo Loservo, non ha paura del futuro. Si è già comprato una concessione sul diritto di uscire dal condominio, e da domani ogni inquilino che esce deve versare cinque euro. "Ci vuole fiuto imprenditoriale, cari miei! Bisogna pensare in grande!". "Ma così come facciamo a campare?".
Nel silenzio cupo la voce di Tonino Vittima risuona flebile, stanca. Anche la moglie ha smesso di singhiozzare, ed è rimasta a bocca aperta. Ciro Testafresca vorrebbe dire qualcosa, ma ci rinuncia. Invece Loservo si frega le mani, soddisfatto. E che sarà mai! Lui può assumere Vittima e sua moglie per pulirgli la casa, così si guadagnano qualche euro fuori mano, perché a lui i neri gli fanno senso. Poi, con un ghigno furbesco sulla faccia, fa: "E portatemi pure a Tiziana, la piccolina vostra! Ormai per la scuola ci vogliono i soldi, e voi non li tenete. Che adda fà cu ’stu latino? Quella è roba per chi se la può permettere! Mandala da me, Tonì, i piatti li sa lavare? E brava a Tiziana! Le offro trecento euro netti, al nero: e che vi manca più? Voi starete una meraviglia...".

Giuseppe Montesano

Giuseppe Montesano è nato a Napoli. Ha pubblicato due romanzi: A capofitto e Nel corpo di Napoli (Premio Napoli, Superpremio Vittorini, Premio La Torre, Premio Scommesse sul Futuro, finalista Premio …