Riccardo Staglianò: Gli europei sempre più alti ora battono gli americani

18 Giugno 2004
Chi è preoccupato dello stato delle relazioni atlantiche si tranquillizzi: gli americani non potranno più guardarci dall'alto in basso. A meno che decidano di salire su uno sgabello. Perché mentre gli europei sono cresciuti sino a 20 centimetri nell'ultimo secolo, gli statunitensi sono fermi da almeno cinquant'anni. Se a Parigi, Berlino, Roma si è continuato decennio dopo decennio a segnare nuove tacche sul muro dell'evoluzione (in centimetri) della specie, a Washington, New York, San Francisco l'unico significativo aumento è invece misurabile con la bilancia. La tendenza, che rivede l'idea diffusa che gli yankee sono tutti spilungoni, è raccontata in un lunghissimo articolo sul settimanale "New Yorker": "Il gap dell'altezza" è il titolo, "ovvero del perché gli europei stanno diventando sempre più alti mentre gli americani no". Le principali ipotesi di questo sorprendente scarto vengono, nell'inchiesta, dal lavoro decennale di John Komlos, professore all'università di Monaco e autorità della branca della "storia antropometrica". "Le cause - spiega lo studioso - sono innanzitutto economiche e sociologiche: gli 8 milioni di americani disoccupati, i 40 milioni senza assistenza sanitaria e gli altri 35 che vivono sotto la soglia della povertà sono rimasti indietro nella curva della crescita". Il sillogismo è semplice: chi è più povero mangia peggio, quindi cresce meno. Ingrassa, in compenso, e si ammala di più. Komlos ha accumulato milioni di dati, da una parte e dall'altra dell'oceano, prima di abbozzare le sue interpretazioni. Gli olandesi erano tra i più bassi d'Europa alla fine del secolo scorso anche perché la loro dieta era tra le più povere e monotone in circolazione, come il quadro I mangiatori di patate di Van Gogh testimonia bene. Con il formidabile miglioramento delle loro condizioni economiche e sociali sono adesso uno dei popoli più alti del mondo, con una media di un metro e 86 per gli uomini e di uno e 76 per le donne. I soffitti delle nuove abitazioni sono stati rialzati, il mobilio ridisegnato e il ‟Klub Lange Mensen” (il Club degli uomini alti) è una lobby dal potere crescente. Molto è cambiato, quindi, dalla metà del secolo scorso quando l'America era, rispetto al Vecchio continente, una terra di giganti. Ma fino allora era anche l'epitome dell'abbondanza, di tavole imbandite come da noi neppure si sognavano. Oggi l'uomo medio è lì un metro e 81, solo un centimetro in più della statura di chi combatté la Guerra di indipendenza. Le donne, addirittura, starebbero rimpicciolendo. Stando al National Center for Health Statistics, quelle nate intorno agli anni '50 sono un metro e 67 mentre quelle nate un decennio dopo misurerebbero un centimetro di meno. Fast food, merendine e schifezze varie sul banco degli accusati. Oltre al fatto che una difettosa o inesistente assistenza sanitaria nei primi anni di vita può avere, in molti casi, rallentato una crescita altrimenti superiore. Anche i giapponesi, storicamente i più "tappi" del club dei paesi industrializzati, hanno recuperato terreno. In circa un cinquantennio l'altezza media degli undicenni, stando ai dati del ministero dell'Istruzione, è aumentata di 14 centimetri. Una performance ottenuta però negli anni belli dell'economia galoppante. Adesso che le cose vanno peggio potrebbe invertire la direzione. Se il professor Komlos ha ragione la crisi si potrà misurare presto, oltre che in Borsa, anche con il metro.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …