Riccardo Staglianò: Le torture

18 Giugno 2004
Ha chiesto scusa, si è preso tutte le responsabilità ma non intende dimettersi "per una questione politica". Il giorno più lungo di Donald Rumsfeld si è svolto ieri di fronte alla commissione Difesa del Senato statunitense. Una raffica di domande con cui al ministro della Difesa, accompagnato dai vertici dell'esercito, è stato chiesto di spiegare all'America se e quanto l'Amministrazione sapesse delle torture di Abu Ghraib. Un'audizione nella quale non ha quasi mostrato emozioni, neppure quando è stato interrotto dalla rumorosa protesta di pacifisti che hanno chiesto la sua testa al grido "Licenziate Rumsfeld". Le scuse. "Mi sento malissimo per ciò che è accaduto ai detenuti iracheni", ha dichiarato il ministro. "Erano sotto la custodia degli Stati Uniti. Il nostro Paese aveva l'obbligo di trattarli nel modo giusto". Non è andata così: "A questi iracheni chiedo profondamente scusa". Responsabilità. Rumsfeld ha "scagionato" Bush, che non ha messo subito al corrente degli orrori. "Queste cose sono accadute sotto il mio controllo. Come segretario alla Difesa, sono io a doverne rispondere e me ne assumo la completa responsabilità". Niente dimissioni. Tuttavia lasciare il posto non è un'opzione. "Se sapessi di non poter svolgere il mio compito in modo efficace, mi dimetterei in un minuto. Non lo farò perché qualcuno sta cercando di trasformare tutto questo in un caso politico". Il risarcimento. Il capo del Pentagono ha invece annunciato la creazione di una commissione d'inchiesta indipendente che riferirà entro 45 giorni dal suo insediamento. E soldi alle vittime: "Sto cercando un modo per assicurare un adeguato risarcimento a quei detenuti che hanno sofferto tali brutali abusi e crudeltà". Nessun insabbiamento. Pur essendo pronte da gennaio le conclusioni del rapporto Taguba, "nessuno al Pentagono aveva visto quelle immagini aberranti. Chi le ha scattate le ha fatte avere ai media prima che ci arrivassero", ha garantito Rumsfeld. E a quel punto la richiesta "alla Cbs di rinviarne la diffusione" non era "per insabbiare uno scandalo" ma "perché eravamo preoccupati per le truppe". Foto e video. Il film dell'orrore di Abu Ghraib (il carcere che "non sarebbe una cattiva idea demolire") avrà comunque un seguito. Oltre alle foto ormai di dominio pubblico ce ne sono "molte altre. Il Congresso, il popolo americano e il mondo devono saperlo". E spuntano video, con "atti incredibilmente sadici e crudeli". Che il ministro non ha ancora visionato ma il generale Lance Smith, vice comandante del CentCom, sì. McCain e la Clinton. I momenti più tesi si sono raggiunti durante i contraddittori con l'ex first lady Hillary Clinton e con John McCain. Il senatore repubblicano pluridecorato in Vietnam (dove è stato torturato dai vietcong) voleva sapere che ruolo avessero, durante gli interrogatori, le guardie private ad Abu Ghraib. Rumsfeld, dopo aver cercato di far rispondere ai generali, ha ceduto: "Erano 37", ma responsabile era sempre un ufficiale dell'intelligence. I valori dell'America. Un'orribile pagina, quella delle sevizie, ma anche un'occasione. "Al mondo dico: guardate come gli americani affrontano i comportamenti sbagliati e lo scandalo, il dolore di ammettere e correggere i nostri errori e le nostre debolezze".

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …