Gianni Riotta: I democratici alle prese con le bizze di Teresa

29 Luglio 2004
Maria Teresa Thierstein Simoes-Ferreira considerava i democratici "una macchina putrida" e il senatore Ted Kennedy "un perfetto bastardo, uno di quei politici cattolici che non divorziano dalla moglie per non rovinarsi la reputazione". Fedele alle sue opinioni, registrate dal ‟Boston Herald American” nel 1976, Maria Teresa è rimasta iscritta tra gli elettori repubblicani fino all'anno scorso. Ieri notte però, Teresa Heinz Kerry, nata in Mozambico nel 1938, poliglotta, vedova di un senatore repubblicano e ora moglie dello sfidante democratico di George W. Bush, John Kerry, è stata incaricata di mobilitare la Convenzione del "partito putrido" dividendo la scena con il "perfetto bastardo", Ted Kennedy. Se vi sembra una stranezza, benvenuti nel mondo di Teresa Heinz Kerry, patrimonio personale di un miliardo di euro, cinque case, jet privato, Lo Scoiattolo Volante. La First Lady che Kerry porterebbe con sé alla Casa Bianca dice sempre, nel curioso accento che l'Africa le ha lasciato, "mio marito"" ma intende il primo, senatore John Heinz, repubblicano moderato erede della fortuna Heinz, la salsa ketchup le cui bottigliette rotonde decorano ogni cucina americana. Lo incontrò nel 1966 a Ginevra, dove studiava lingue. Ebbero tre figli, ma nel 1991 un incidente aereo la lasciò vedova, miliardaria e a capo della Fondazione benefica Heinz. Il marito attuale, più giovane, è per Teresa invece "John Kerry" e l'unica volta che provò a baciarla dopo un comizio, lei fece una smorfia, ripresa da tutte le telecamere "Mi hai stretto troppo!". A una Convenzione democratica con perfetta regia, dove un manipolo di censori legge in anteprima i discorsi, Teresa è l'unica a far rumore. Un commentatore del foglio conservatore ‟Tribune-Review”, l'affronta chiedendo "Perché parla di attività estranee alla tradizione americana?" nelle politiche di Bush. La Heinz Kerry aveva parlato piuttosto di "episodi estranei alla tradizione" e ha protestato "Un’american activity mi ricorda i toni della caccia alle streghe". Quando poi ha saputo che il giornalista lavora per la ‟Tribune-Review”, che ha a lungo criticato la Fondazione Heinz, Teresa torna indietro e intima "Smetti di rompere!". Era appena uscita da un seminario per migliorare il tono del dibattito politico, avvelenato dalle polemiche. Il bisticcio fa notizia. Kerry difende la moglie, Hillary Clinton esulta "brava ragazza!", gli osservatori repubblicani a Boston ghignano "ci sarà da divertirsi". La scommessa della terza vita di Teresa Heinz, dopo l'Africa e i matrimoni con i senatori, è qui: se dalla sua personalità, bizzarria, irrisione iconoclasta della vita, si avvantaggeranno i democratici, o i repubblicani. Teresa Heinz Kerry che mormora "Kerry è solo il mio nome in politica", Teresa che ammette di avere ricevuto iniezioni dell'antirughe cosmetico Botox "E lo rifarei", che dice "In Cina hanno più gente che formiche", "noi donne non abbiamo mai nessuno che a sera ci dica, vuoi un massaggio cara, qualcosa da bere?" e che parla in pubblico del contratto prematrimoniale redatto col marito per evitare pretese sul suo patrimonio in caso di divorzio, verrà vissuta dagli elettori come un'originale o una miliardaria viziata? Lei sembra ignorare il problema, ha redatto i quindici minuti del discorso di pugno, li ha passati al marito, ogni attacco diretto al presidente avversario è, per tradizione, vietato alle First Lady o aspiranti tali. Teresa ha già violato il comandamento, accusando George W. Bush per le sue politiche sociali, e meritandosi così un Teresa Fan Club che ieri spiegava le bandiere nel catino di cemento del Fleet Center. Ai comizi apre dicendo "Io sono un'afroamericana" per le origini in Mozambico. Il padre, portoghese, s'era trasferito nella colonia di Lisbona, oggi indipendente, come primo oncologo del Paese. Teresa ha studiato in Sud Africa, partecipando ai primi, timidi, cortei contro il razzismo e l'apartheid e poi è andata in Svizzera, "dove ho imparato a vivere con poco, in collegio avevo solo 250 dollari al mese da spendere, e talvolta compravo delle rose invece di una bistecca". Studia lingue, parla francese, inglese, portoghese, spagnolo e italiano, e il suo inglese ha un accento curioso, con tutte le dentali ammorbidite. A Ginevra incontra John Heinz, lo sposa e diventa la tipica moglie di un ricco senatore. Tre figli, John, 37 anni, André, 34 e Cristopher, 31. Cinque ville, una a Georgetown, al centro di Washington, una qui a Boston, nell'elegante Louisburg Square di Beacon Hill, la terza un magnifico chalet di montagna a Sun Valley, pittoresca stazione invernale dell'Idaho, la quarta una villa sull'Oceano Atlantico sull'isola di Nantucket, l'ultima una fattoria in Pennsylvania dove son cresciuti i figli. A chi le chiede se è pronta alla Casa Bianca, obietta ridendo "magari compro un sesto palazzo". In programma per il discorso ha messo le politiche sociali, la difesa dell'ambiente (Kerry ha cominciato a corteggiarla al Summit sull'ecologia di Rio de Janeiro, nel 1992), la salute. Ama dire "io son cresciuta in una dittatura, il Portogallo, e apprezzo la libertà e i diritti civili più di chi, nato in America, li dà per scontati". I repubblicani sperano di dimostrare che Teresa ama invece le scarpe Chanel "che costano quanto un mese di stipendio dell'elettore democratico medio". Lei neppure si sogna di rispondere, i ricchi son diversi da noi perché hanno i soldi, diceva Hemingway a Fitzgerald, e i soldi danno a Teresa Heinz Kerry la disinvoltura di dire quel che vuole, "una mia collaboratrice ha mandato in giro a nome mio una ricetta per biscotti speziati davvero schifosa", l'aria di non dovere nulla a nessuno, neppure al secondo marito che si paga da solo la campagna elettorale e quando era in bolletta è stato costretto a mettere un'ipoteca sulla sua sola casa di proprietà. Il patto prenuziale impone di tenere le finanze dei coniugi separati, ma l'opinione pubblica vede i Kerry come una coppia di miliardari. Un danno alle urne di novembre? Sì, secondo Jim Jordan, primo manager della campagna Kerry, che nega a Teresa interviste, tv, autonomia. Ma Jordan è, a sorpresa, licenziato, e rimpiazzato con Mary Beth Cahill, ex braccio destro del "perfetto bastardo" Kennedy. Mary Beth ride "non posso mica controllare Teresa", e le lascia libertà di movimento: spera che la sua grazia esotica e il fascino che le storie di successo, ragazzina del Mozambico diventa miliardaria, conquistino la gente. Dopo Hillary Clinton, moglie e politica, Laura Bush, moglie angelo del focolare, Teresa Heinz Kerry dice "lasciate che io sia me stessa". In Pennsylvania la sua Fondazione ha fatto tanta beneficenza, che qualcuno parla di "Madre Teresa Heinz". Da pochi mesi Teresa Heinz, in politica Kerry, s'è registrata con la "putrida macchina democratica" e alleata con "il perfetto bastardo Ted Kennedy". Se i democratici perdono a novembre, tornerà alle scarpe Chanel, alle seggiovie di Sun Valley e alla carità. Se vincono Teresa, la prima "afroamericana" alla Casa Bianca, ne combinerà tante, schermandosi poi dietro il sorriso, la ciocca di capelli ramati e l'accento "Preoccuparmi? Perché mai?".

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …