Italia 2004, i nuovi poveri

20 Ottobre 2004
Disoccupati, emarginati, migranti, analfabeti. Ma anche diplomati, famiglie monoreddito con più figli, pensionati. Sempre più giovani e sempre più donne, soprattutto tra gli immigrati. Sono questi i volti del nuovi poveri fotografati dalla Caritas italiana con alcune rilevazioni mirate attraverso la rete capillare delle diocesi. "I nuovi poveri crescono perché non ci si cura abbastanza dei vecchi poveri". Ne è convinto il direttore della Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza, che in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà ha fornito dati, analisi e stime su vecchi e nuovi fenomeni di esclusione sociale. Così dal "Progetto Rete" al rapporto Vuoti a perdere, emerge per il nostro Paese "un quadro complesso che richiede interventi adeguati". Per monsignor Nozza, "a livello mondiale, ad esempio, nonostante una forbice crescente tra ricchi e poveri, si allarga il divario tra il poco che si destina alla cooperazione e ciò che si stanzia per spese militari". Servono quindi interventi in situazioni di crisi o sottosviluppo, progetti di pace, dialogo interreligioso, promozione di metodi nonviolenti e un impegno crescente sullo studio dei motivi strutturali e culturali dell'impoverimento del Sud del mondo. Quanto all'Italia - continua il direttore della Caritas - servono strumenti di lotta alla povertà. "Occorrono livelli essenziali di intervento sociale per costruire una rete protettiva universale che aiuti gli ultimi a rientrare in campo e impedisca ad altri di cadere". La "foto" della miseria in Italia è stata fatta grazie al Progetto Rete nazionale dei Centri di Ascolto e degli Osservatori delle Povertà e delle Risorse, nato per rilevare in modo sistematico situazioni di povertà ed esclusione sociale delle persone che si rivolgono ai servizi collegati alle 222 Caritas diocesane italiane. Il monitoraggio, relativo al trimestre gennaio-marzo 2004, riguarda 14 diocesi del Nord, 30 del Centro e 28 del Sud. Sono stati elaborati i dati delle 11.696 persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto delle 72 diocesi in questione. L'80% ha tra i 20 e i 60 anni (gran parte tra i 30 e i 40 anni); il 54% è costituito da donne. Sono numerose le persone celibi e nubili (33%), ma è più consistente la quota di coniugati (46,5%). Più del 15% sono senza fissa dimora, il 51,3% vive con dei familiari, il 27,2% con conoscenti, il 21,5% vive solo. Il 62,6% degli "utenti" non sono italiani e di questi circa il 40% è senza permesso di soggiorno: indice del riproporsi in termini significativi del fenomeno degli irregolari, nonostante l'ultima regolarizzazione del 2002. Significative poi le differenze tra italiani e stranieri. Tra quest'ultimi sono i giovani a ricorrere ai Centri di Ascolto (oltre il 90% ha tra 20 e 55 anni), in prevalenza donne (55,7%), in maggioranza coniugati (53,6%) e con un titolo di studio medio-alto. I tre quarti sono disoccupati, rispetto al 58% dei cittadini italiani. Significativa tra gli italiani è invece la presenza di pensionati: circa il 13%, cioè 1 su 8.
Situazioni legate al reddito, al lavoro e all'alloggio, spesso interconnesse, rappresentano i tre quarti delle povertà dichiarate. Circa l'8% sono relative a problemi familiari, soprattutto separazioni e conflitti tra genitori e figli. I Centri Caritas hanno offerto un ascolto attento, sostegno economico e alimentare, ma anche animazione promozionale, cioè coinvolgimento della comunità, e segretariato sociale, cioè orientamento ai servizi dei territorio. Proprio di questi nuovi volti si occupa Vuoti a perdere, il Rapporto 2004 su esclusione sociale e cittadinanza incompiuta curato da Caritas Italiana e Fondazione Zancan di Padova. Il volume contiene anche i risultati della prima indagine sul rapporto tra poverta' delle famiglie italiane e accesso ai servizi sanitari, frutto di un'intensa collaborazione con la Federazione italiana dei medici di medicina generale.

Vuoti a perdere di Caritas Italiana, Fondazione Zancan

Il Rapporto 2004 elaborato e curato dalla Caritas Italiana e dalla Fondazione E. Zancan di Padova è, dopo I bisogni dimenticati, 1997; Gli ultimi della fila, 1998; La rete spezzata, 2000; Cittadini invisibili, 2002 (editi da Feltrinelli) la quinta uscita di un’opera di divulgazione, sensibili…