Giorgio Bocca: Elezioni suppletive. la parabola di Milano

27 Ottobre 2004
Il collegio numero 3 di Milano ‟Porta Romana - Porta Vittoria”, è abitato in prevalenza da borghesi della nuova classe manageriale il cui capitale consiste nella conoscenza della società contemporanea, soprattutto della sua finanza. Questo spiega in parte perché sia stato eletto il professor Roberto Zaccaria, un algido intellettuale forestiero già presidente della Rai. Chiunque ma non un berlusconiano; eletto con otto punti di vantaggio sul suo avversario, il medico leghista che aveva scambiato la campagna elettorale per un ambulatorio misurando la pressione a centinaia di concittadini. Una delle ragioni, la principale, del successo dell´Ulivo l´ha centrata il calciatore Gianni Rivera, che non è di Milano ma ha capito Milano da quando ci è arrivato giovanissimo da Alessandria: "Ai milanesi le balle non puoi raccontarle all´infinito". E l´ultima balla del cavalier Berlusconi, accorso a Milano per il derby con l´Inter e per sostenere il candidato leghista, è stata la riduzione delle tasse, a cui, come testimonia un sondaggio, in questa nuova classe borghese non credeva nessuno.
Una specialità paranoica del Cavaliere è quella di credere che le sue balle siano irresistibili, ma nel caso del collegio 3, cioè di un elettorato composto in maggioranza da gente che sa di finanza, che si occupa di finanza, che amministra oculatamente i suoi beni, la pretesa di essere creduto era davvero eccessiva. Non li ha mai visitati, il Cavaliere, i quartieri borghesi di Porta Romana e di Porta Vittoria? La voglia di andare sul sicuro e in massima sicurezza la si vede dalle case, dal modo di vivere: case solide con portineria signorile, posto macchina assicurato con porte automatiche che si aprono con ronzii e soffi per far passare prima l´auto del capofamiglia, poi quelle dei fornitori e infine quelle delle signore, finché alle undici del mattino arriva l´ora dei portinai che hanno finito la loro mediazione con i servizi: fuori sul marciapiedi, soddisfatti del buon lavoro fatto, e già tocca alle colf asiatiche o sudamericane portare a spasso il cane e raccoglierne le cacche con la paletta. Una borghesia d´ordine, organizzata, che ha superato la lotta di classe incorporando i servizi e pagandoli a prezzo alto e altissimo senza fiatare.
A Bra Carlin Petrini, l´inventore dello Slow Food, ha i suoi uffici in via della Mendicità Istruita. Nel collegio di Milano 3 abitano quelli del benessere istruito, ed è stato un errore imperdonabile non tenerne conto, non accorgersi dell´aria nuova che tirava da un bel pezzo: l´aria che aveva cacciato i leghisti dal Comune di Monza, e poi eletto alla Provincia il dottor Penati, un comunista vestito dallo stilista Quirino Conti, e ora soffiava in sette collegi italiani su sette.
Che questa aria nuova sia destinata a durare sembra confermato dallo stato di apatia, di disorientamento della maggioranza governativa sconfitta che giustifica la batosta con l´astensionismo. Ma l´astensionismo nelle elezioni suppletive c´era anche quando vinceva la destra. L´avvocato Pecorella fu eletto con il 31 per cento dei voti. E l´astensionismo dei forzisti e di Alleanza nazionale non è un segnale di neutralità, ma un voto contro la maggioranza al potere, di un voto di delusione e di stanchezza.
La vittoria nel collegio numero 3 è stata accolta dall´Ulivo prima con incredulità e poi con gioia. C´erano stati numerosi segni della nuova tendenza, ma nessuno ci aveva creduto veramente: le liste di disturbo tutte nel campo della destra, i sondaggi demoscopici tutti favorevoli alla sinistra, uno recente fra gli imprenditori della piccola e della media impresa, al 54 per cento contrario al governo e alle sue politiche economiche.
E la conseguente insofferenza per il piccolo Cesare: ma cosa crede il nostro cavaliere che siamo tutti come i suoi cortigiani, pronti a bere le bugie più scoperte; a consolarci con gli abbracci a Bush e a Putin, a credere in una Italia nuova, più autorevole nel mondo, quando i fatti dicono il contrario, emarginati nell´Unione europea di cui siamo pure stati fra i fondatori, ignorati alle Nazioni Unite, retrocessi in tutti i rami della produzione e della ricerca.
Come Ulivo non è comunque il caso di cantar gloria, il grosso del lavoro lo ha fatto lui, il cavaliere in quattro anni di sovversione ha continuato imperterrito a perseguire i suoi interessi personali, a incoraggiare l´anarchia dei buoni affari, l´impunità dei potenti, il disprezzo per la legge eguale per tutti. La talpa del comunismo, si diceva una volta, scava profondo e in modo sorprendente: quando esce dalla terra è troppo tardi per fermarla. Qualcosa di simile avviene all´inverso con la talpa del malgoverno, del conflitto di interessi. Quando la misura è colma la svolta è irresistibile, fortezze imprendibili cadono, candidati imbattibili scompaiono.
Di errori il Cavaliere in questi anni ne ha commessi a iosa, tutti nel segno dell´antipolitica e dell´anti-giustizia. Nella cieca convinzione che il potere del denaro vincesse tutto, risolvesse tutto. Come se per lui la tentazione del proprio interesse personale fosse irresistibile.
L´aria è cambiata perché anche i suoi sostenitori si sono accorti che i difetti caratteriali del personaggio sono inguaribili e incontenibili. L´uomo che vede nemici dappertutto rischia di veder giusto. I suoi cortigiani sono pronti a farlo a pezzi se la fortuna lo abbandona.

Giorgio Bocca

Giorgio Bocca (Cuneo, 1920 - Milano, 2011) è stato tra i giornalisti italiani più noti e importanti. Ha ricevuto il premio Ilaria Alpi alla carriera nel 2008. Feltrinelli ha pubblicato …