Gianni Riotta: Staminali, il referendum di Schwarzy l'illuminista

29 Ottobre 2004
Le rivoluzioni della nuova America nascono in California. Nel 1964 con il Free Speech Movement di Mario Savio, che all’università di Berkeley anticipa il maggio ‘68. Con Proposition 13, il referendum sulla rivolta fiscale che, già nel ‘78, corrobora Reagan, Thatcher e Bossi. Con i ragazzoni Jobs&Wozniak a smanettare in garage sul primo personal computer. Adesso è il referendum Proposition 71 a mettere in discussione i cardini della politica dell’ultima generazione, annunciando un radicale, prossimo, mutamento. Proposition 71 chiede agli elettori dalla California, il più popoloso Stato d’America, 33.871.648 abitanti, di aggirare i limiti posti dal presidente George W. Bush alla ricerca sulle cellule staminali e di finanziare, con 3 miliardi di dollari (2 miliardi e mezzo di euro), l’attività di migliaia di scienziati. Bush dice no alle staminali per compiacere l’ala destra del partito, che assimila lo studio di queste cellule all’aborto, anatema per la destra. "Le cellule staminali - spiegano gli endocrinologi dell’università di Harvard David Shaywitz e Doug Melton - sono state isolate una decina di anni fa e hanno attratto l’attenzione degli scienziati per la capacità di svilupparsi in ogni altro tipo di cellula, aprendo possibilità impreviste alla meravigliosa capacità del nostro corpo di guarire da sé". Le cellule "create" dalle staminali promettono cure per il diabete, il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, perfino forme gravi di paralisi da traumi alla colonna vertebrale. Critici della ricerca e paladini della scienza si dividono in particolare sull’uso degli embrioni congelati, che le coppie in cerca di gravidanze spesso abbandonano nei laboratori. E’corretto o no utilizzarle per salvare vite umane, visto che non verranno mai impiantati nell’utero di una madre? No per Bush, presidente repubblicano, sì per i paladini democratici di Proposition 71 e per il governatore repubblicano della California, Arnold Schwarzenegger. Avete capito bene, Terminator non vuole terminare la ricerca, Conan il Barbaro evolve in Conan l’Illuminista. La California, avanguardia della ricerca elettronica e aerospaziale, sa che Tony Blair si appresta a finanziare lo studio delle staminali, approfittando dello stop ideologico dell’alleato Bush per rilanciare le glorie di Oxford e Cambridge, oscurate dagli atenei Usa. La Casa Bianca prosciuga i fondi destinati al mitico National Institute of Health che ogni anno distribuisce 27,3 miliardi di dollari in 40.000 finanziamenti ai laboratori, destinandone solo 24,8 milioni alle staminali. Se Proposition 71 passa martedì venturo, e i sì sono in vantaggio sui no 46 a 39, si apre una nuova stagione politica. L’ideologia tradizionalista di Bush sarà battuta all’interno del partito dall’astro nascente Schwarzenegger. La California sottrarrà a Washington il ruolo di arbitro della ricerca, sollecitando una migrazione di cervelli verso i suoi campus. La tagliola che la destra antiabortista mantiene sui repubblicani da 25 anni sarà smantellata e, soprattutto se il democratico John Kerry prevalesse, l’iniziativa passerà ai pragmatici di centro, Arnold, l’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, il senatore John McCain. Una rivoluzione. E’la prova, vale la pena di ricordarlo mentre l’Italia più che lavorare pasticcia sul federalismo, di come un sistema federale autentico funziona. Il no di Bush - lo condividiate o meno - frena l’innovazione degli Stati Uniti a vantaggio di altri Paesi. La California, pragmatica patria di Hollywood, Disneyland e Silicon Valley, preferisce concedere un visto a Galileo che bruciare incenso al Cardinal Bellarmino del XXI secolo. Che poi siano le stelle, da Dustin Hoffman a Michael Fox, alla vedova di "Superman" Dana Reeve e Nancy Reagan a sostenere il sì, e per il no si schieri la Chiesa cattolica, la dice lunga sulla battaglia culturale del futuro, che spacca a metà destra e sinistra classiche perché moltissimo ha a che fare con le staminali e nulla, davvero, con Rocco Buttiglione.

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …