Gianni Riotta: Morale, i conflitti senza frontiere

22 Novembre 2004
"In Europa si può lanciare una palla da bowling lungo la navata di una chiesa senza colpire nessuno: le vostre parrocchie sono deserte!". John Kasich, conduttore della trasmissione Heartland, patria, sul canale conservatore Fox News, mi rivolge la domanda in diretta. "John - rispondo - ti consiglio di non provarci nella chiesa di mio padre, è stracolma. E i fedeli ti ributterebbero la palla in testa". I sorrisi non smorzano il dilemma: la vittoria del presidente George W. Bush, votato da 1 elettore su 4 in solidarietà sui "valori religiosi e morali", scandisce il luogo comune, americani seguaci di Mosè con le Tavole della Legge, europei crapuloni al Club Méditerranée. Prima la disputa atlantica discendeva dall’Olimpo pagano, Usa figli di Marte, Unione europea figlia di Venere, adesso dalla fedeltà al cristianesimo, ma la sostanza non cambia. È davvero così? No. La guerra dei valori infuria in tutte le nostre società. Negli Stati Uniti i cittadini che hanno votato per i democratici guardano con diffidenza alle crepe nel muro costituzionale fra Stato e Chiese e fra gli stessi vincitori repubblicani serpeggia l’inquietudine. Bush blocca la ricerca sulle cellule staminali e il governatore della California, Arnold Schwarzenegger, sì proprio il vituperato Conan il Barbaro, finanzia con 30 miliardi di dollari (25 miliardi di euro) un laboratorio d’avanguardia sulle staminali. Arthur Finkelstein, consigliere del senatore Jesse Helms e del premier israeliano Ariel Sharon, patroni dei falchi, ammonisce in un’intervista al quotidiano di Tel Aviv, ‟Maariv”: "La destra cristiana può spaccare il partito repubblicano... perché basta ormai da sola a nominare il presidente". Ci ipnotizzano gli Usa lacerati dai matrimoni gay e la crisi dei valori scava intanto profonda in comunità e coscienze europee. In Spagna, per esempio, dove il premier socialista José Luis Rodriguez Zapatero imita il sindaco democratico di San Francisco, Gavin Newsome, e chiede al Parlamento di autorizzare i fiori d’arancio per gli omosessuali. Stato e Chiesa polemizzano a Madrid con toni perduti dal 1936. Zapatero dice "la gente vuole più sport e meno religione", Juan Antonio Martinez Campo, portavoce della Conferenza Episcopale, ribatte "i matrimoni omosessuali sono un virus contagioso per la società". Il governo vuole abolire l’ora di religione e parla di sospendere il salario ai sacerdoti. Un programma anticlericale in tv mostra le marionette di uomini politici che ballano guancia a guancia mentre le radio della Curia lanciano l’appello dei vescovi a scendere in piazza contro Zapatero. In Vaticano confermano "Il Santo Padre è addolorato". Guerra europea dei valori, che altro? Sapete del caso Rocco Buttiglione, bocciato in Europa per le dichiarazioni su gay e mamme che lavorano. Il ‟New York Times” conclude "i conservatori cattolici temono che troppo laicismo danneggi l’Europa". Le dispute a Montecitorio tra maggioranza e opposizione, a proposito di referendum sulle staminali, confermano che la battaglia delle idee frantuma destra e sinistra. E che avremmo scritto se un funzionario texano fosse stato allontanato dal lavoro per la foto tra i fusti di una discoteca gay, come il collaboratore del vicepresidente del Senato Fisichella? Anche la Gran Bretagna, da secoli solidale nei valori di fondo, affronta il nuovo codice morale. La Chiesa anglicana inglese, orgogliosa di far da ponte ecumenico tra cattolici e protestanti, vede con angoscia i fratelli episcopali americani ordinare un vescovo omosessuale, monsignor Gene Robinson. I fronti si capovolgono, l’America "crociata" nomina un vescovo gay, della stessa confessione osservata nella chiesa dove Bush prega a Washington, gli europei, sospettati di indifferenza religiosa, si oppongono. I tradizionalisti inglesi chiedono l’espulsione della comunità episcopale dal novero anglicano. Durissime le reazioni contro il vescovo Robinson in Africa, dove, nella sola Uganda, pregano 17 milioni di anglicani. Tre chiese episcopali di Los Angeles, furiose per il porporato gay, abbandonano la gerarchia americana e si affiliano alla comunità dell’Uganda, benedette dal vescovo conservatore Henry Luke Orombi. La diaspora dei valori porta episcopali del Tennessee a scegliere un vescovo tradizionalista in Kenia e fedeli della Georgia a entrare nel gregge conservatore della Bolivia. Vi basta come Torre di Babele morale? La disputa non oppone solo americani a europei e la divisione del 1789, destra contro sinistra, non coglie il caleidoscopio di emozioni, incertezze e dubbi. E non abbiamo parlato di prodotti agricoli genetici, gli Ogm, che il professor Umberto Veronesi, icona progressista italiana, dichiara sicuri e utili a combattere fame e malattie, mentre Carlin Petrini di Slow Food, ex militante del Manifesto, e il ministro Gianni Alemanno, ex msi, li considerano, divisi dal passato e uniti dal futuro, "cibi Frankenstein". La battaglia culturale del XXI secolo è colma di sorprese, illusioni, speranze, dialoghi e scontri tra fedi antiche e costumi, illusioni e ideali in formazione. Diffidate da chi spiega tutto in termini di crociata "Noi contro Loro", chiunque si intenda per "noi", chiunque si intenda per "loro".

Gianni Riotta

Gianni Riotta, nato a Palermo nel 1954, ha studiato all’Università di Palermo e alla Columbia University di New York. Ha lavorato come giornalista per varie testate da Roma e da …

La cattura

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di Salvo Palazzolo, Maurizio de Lucia