Corrado Ruggeri: Gli orchi vicino a noi

17 Dicembre 2004
Ci sono volti che segnano l’anima. Come quello di una bambina cambogiana salvata dalla polizia nei vicoli di Phnom Penh: il nome non conta, l’età sì. Aveva poco più di 6 anni. Chi aveva pagato per farle passare due ore d’inferno, aveva sborsato esattamente il costo di un paralume fatto a mano, 12 dollari. Il mondo è pieno di queste vergogne, molto più di quanto si possa pensare. Due milioni di bambini, ogni giorno, sono travolti da un mercato del sesso che ha ormai le dimensioni di una multinazionale dell’orrore con un fatturato che supera i 5 miliardi di dollari all’anno. L’inchiesta della questura di Roma conferma quello che già sapevamo: una porzione di questo traffico comincia vicino a casa nostra, ci passa accanto. L’indignazione non basta, perché il turismo sessuale verso i bambini è una delle infamie peggiori che questo mondo votato al denaro abbia saputo proporre. Non si compra soltanto un corpo, si versa acido su un’anima. Roma ha avuto più di un mascalzone implicato in vicende di questo tipo. Ad aprire la lista è stato un delinquente di Torvaianica, che può anche vantare il primato di essere stato il primo italiano condannato per violenza sessuale commessa all’estero su un minore. Gli diedero 12 anni, ma poi riuscì a scappare. E ora non sappiamo dove sia finito. Magari c’è anche lui dietro l’organizzazione dei viaggi del sesso che partono da Fiumicino. Tra pochi giorni sei milioni di italiani faranno le valigie, tra loro anche mezzo milione di romani. Andranno ovunque, dalle Maldive agli Stati Uniti, ai paesi dove la prostituzione minorile è pratica frequente: i villaggi sfortunati del Sud est asiatico, dove la vendita di un bambino garantisce un anno di mantenimento al resto della famiglia, oppure nello Sri Lanka, o in Brasile, dove operava la banda di criminali arrestati dagli agenti della Questura di Roma. Dicevamo che indignarsi non basta. Si può, si deve fare qualcosa. Si può osservare quello che succede intorno a noi, quando viaggiamo nelle zone a rischio, si può avvisare la polizia, se c’è qualcosa che non convince. Si può fare molto anche stando a casa, collaborando con le sezioni dell’Ecpat (End Child Prostitution in Asia Tourism), la sede italiana è nel pieno centro di Roma, in vicolo Scavolino 61, o con l’Unicef o le altre organizzazioni legate all’Onu che si impegnano insieme ai tour operator e alle agenzie di viaggio: una piccola gang di bastardi non può infamare un’intera categoria di seri professionisti. Rimanendo a casa, si può anche aderire a un formidabile strumento di solidarietà internazionale, uno dei numerosi programmi di adozione a distanza che garantiscono ai bambini meno fortunati cibo, assistenza e istruzione. Restare a guardare, oggi, è una colpa. E adesso che è Natale, con la valigia in mano, in costume o con gli sci ai piedi, oppure nei salotti delle nostre case, facciamo un dono a quei bambini. Occupiamoci di loro.

Corrado Ruggeri

Corrado Ruggeri (Roma, 1957-2023) è stato giornalista del “Corriere della Sera”, viaggiatore per passione e per lavoro. Ha scritto reportage da tutto il mondo per varie riviste specializzate ed è …