Riccardo Staglianò: Il clima. L´anno delle catastrofi costa 100 miliardi di dollari

28 Dicembre 2004
Finché erano capanne scoperchiate e campagne allagate, magari a latitudini geopoliticamente remote, i politici potevano far finta di niente e dire che contro la furia della natura non c´era nulla da fare. Adesso che la bolletta di quei disastri ha sfondato tutti gli argini superando i 100 miliardi di dollari di perdite economiche forse cominceranno a considerare se davvero non ci si può inventare qualcosa per prevenire o ridurre gli effetti di quei cataclismi. Questa almeno è la speranza di varie associazioni ambientaliste, l´unico effetto collaterale positivo che riescono a immaginare commentando gli altrimenti spaventosi dati forniti da Swiss Re, la più grande società di ri-assicurazione del mondo: nel 2004, calcola il gruppo di Zurigo, oltre 21 mila persone sono morte come conseguenza di catastrofi naturali o causate dall´uomo, i danni economici globali ammontano a 105 miliardi di dollari di cui 42 sono o diverranno richieste di risarcimento. Un conto senza precedenti, molto peggiore di quello del 2001, quando gli attentati alle Torri gemelle fecero lievitare il totale.
Gli scienziati sono molto cauti nel mettere in relazione l´intensificarsi dei disastri naturali con l´effetto serra o altre alterazioni dell´ecosistema causate dall´uomo. Un grafico dei ricercatori svizzeri, però, mette bene in risalto una coincidenza perlomeno sospetta: dal 1990 il tasso di catastrofi naturali ha subìto un’impennata, lo stesso anno in cui il fenomeno del riscaldamento del clima è diventato più significativo. Ma quest´anno tutti i record precedenti sono stati spazzati via, come le auto a pancia in su nei flutti dei maremoti asiatici. Nel ‘92, l’anno dello spettacolare uragano Andrew, i danni erano nei dintorni dei 38 miliardi di dollari. Nel ‘99, con le tempeste invernali Lothar e Martin, il conto fu di 36 miliardi. E nel 2001 l’11 settembre fece buona parte della fattura di 37 miliardi. Nel 2004 non c´è stata tregua, soprattutto per Stati uniti e Giappone. Quattro uragani hanno colpito la Florida in successione ravvicinata: solo Charley, il più violento, ha lasciato distruzioni per 16 miliardi. E poi è arrivato lo tsunami
Sulla connessione uomo-disastro c´è chi non ha dubbi, come Stephen Tindale, direttore della Greenpeace britannica: "Per l´organizzazione mondiale della sanità - ha dichiarato all’‟Independent” - già 150 mila persone muoiono ogni anno come conseguenza di cambiamenti del clima. Ciò non è stato abbastanza per far sì che i leader mondiali si sedessero a discuterne ma forse un conto da 100 miliardi di dollari li convincerà. E dal momento che si tratta di dollari, potrebbe essere il linguaggio che anche George Bush capisce". Un auspicio ripetuto da Gianfranco Bologna, direttore scientifico di Wwf Italia: "Speriamo che chi ci governa cominci a tenere in conto la natura. Dicono che Kyoto (il trattato sul clima, ndr) costa? È una balla: ciò che si spende già come effetti nocivi del nostro sistema di trasporti (cancri e malattie respiratorie causate dai veicoli, ad esempio) è un danno economico assai più ingente, nei dintorni del 5-10 per cento del pil".
E il paradosso, sempre più tipico di alcune storture della globalizzazione, è che chi è meno responsabile del problema è lo stesso che ne paga un prezzo più alto. Delle 21 mila vittime di disastri naturali registrate quest´anno dagli analisti di Swiss Re almeno la metà abitava tra Africa e Asia, di certo non i principali produttori di ossido di carbonio. Ma dal momento che il 95 per cento delle richieste di risarcimento ha a che fare con disastri naturali, c´è da scommettere che la loro gestione diverrà una priorità nella potente lobby degli assicuratori, prossimi involontari partner delle Cassandre ambientaliste.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …