Riccardo Staglianò: Mosca aiuta Teheran per il nucleare

04 Marzo 2005
Teheran e Mosca firmano un accordo di cooperazione nucleare e a Washington non sono affatto contenti. I russi finiranno di mettere a punto la prima centrale atomica dell’Iran e poi le forniranno il combustile indispensabile per farla funzionare, quindi si faranno carico anche degli scarti dell’uranio utilizzato, per evitare al governo di Khatami ogni tentazione di servirsene a fini militari. Una clausola, quest’ultima, pensata proprio per tranquillizzare la Casa Bianca circa i piani di armamento nucleare del paese del Golfo persico. Ma che, in attesa di reazioni istituzionali, ha già riacceso le preoccupazioni statunitensi, con il senatore John McCain che su Fox News invita il governo a escludere la Russia dai prossimi incontri del G8. L’impianto di Bushehr, la prima centrale atomica iraniana, diventerà operativo entro il 2006. L’accordo aveva rischiato di slittare a causa di un dissidio dei tempi di consegna del materiale fissile. Secondo Mohammad Saidi, vice capo dell’agenzia iraniana per le relazioni internazionali, Teheran premeva per stringere i tempi, mentre Mosca voleva ritardare di diversi mesi. Ma Alexander Rumiantsev, capo dell’agenzia federale russa citato dall’agenzia Itar-Tass, ha precisato che la centrale diventerà operativa verso la fine del 2006 e che la prima fornitura di combustibile sarà fatta circa sei mesi prima. Quindi almeno tra un anno ancora. A preoccupare maggiormente gli Usa e l’Europa è il timore che, una volta dotati di un programma di arricchimento dell’uranio, gli iraniani l’utilizzino per produrre armi atomiche. E a questo proposito il portavoce del ministero degli esteri Hamid Reza Asefi ha ribadito ieri che, nonostante la sospensione chiesta e ottenuta a novembre scorso dall’Agenzia internazionale dell’energia atomica, Teheran non intende rinunciare all’uso civile di questa tecnologia. L’Aiea ne discuterà oggi a Vienna ma non produrrà alcun rapporto con decisioni "politiche" sino a giugno. Oltre all’impianto di Bushehr, costato 800 milioni di dollari e con una potenza di 1.000 megawatt, la Repubblica islamica ha in programma di realizzare altre centrali per arrivare a una capacità produttiva di 7.000 megawatt entro il 2020. Ad alimentare le paure americane ieri il Washington Post ha rivelato che già nel lontano 1987 l’Iran stava pensando seriamente a realizzare l’arma nucleare, ottenendo assistenza dal padre dell’atomica pachistana, Abdul Qadeer Khan. Il quotidiano sostiene si tratti "della più forte indicazione, al giorno d’oggi, che l’Iran possiede un programma di armi nucleari, anche se non lo dimostra del tutto". E del programma nucleare iraniano si era parlato nei giorni scorsi al vertice tra Bush e Putin. Divergenze cui, a Bratislava, si era cercato di mettere la sordina ma che l’accordo di ieri promette di far tornare a galla.

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …