Riccardo Staglianò: Dall'auto del Papa ai resti di Babilonia. Dieci anni di eBay, il mercato virtuale

13 Giugno 2005
La Golf di Ratzinger, quando ancora non era Papa, e gli slip di Madonna, quando già era una stella. Entrambi venduti su eBay, a oltre 100 mila euro la prima e a 1500 dollari i secondi, di pizzo nero, indossati nel film "Corpo del reato". Nessuno dei due un grande affare, a dirla tutta, ma ci sono anche cd vergini a 20 centesimi l’uno o altre bagatelle a due lire. E comunque non è solo con il criterio della convenienza che si deve valutare il sito d’aste più celebre del mondo, che festeggia adesso il suo trionfale decimo anniversario. Perché la sconfinata piazza virtuale, bazzicata da 150 milioni di utenti registrati - la popolazione di Italia, Spagna e Gran Bretagna insieme - che produrranno quest’anno scambi per 40 miliardi di dollari, è anche un gran divertimento. Puntare, rilanciare, vincere. Manca l’enfasi cinematografica del "1000 dollari e uno, e due, e tre" prima del fatidico "aggiudicato", ma l’adrenalina è quella lì. I visitatori lo sanno, tornano e, come al supermercato, non hanno bisogno di niente ma comprano sempre qualcosa. Come l’amicizia di Stuart Donald, un 23enne britannico che nel pacchetto includeva sms solidali, un’email a giorni alterni e un orecchio pronto a raccogliere sfoghi d’ogni genere. Oppure sculture babilonesi del 1700 avanti Cristo o tavolette con incisioni cuneiformi quasi coeve, il tutto opportunamente trafugato dai siti archeologici iracheni. Al netto di queste e altre eccentricità, che nella lista di 40 mila categorie merceologiche del sito abbondano, il business di eBay non potrebbe essere più serio. Da quel fine settimana del '95 in cui l’ingegnere iranian-californiano Pierre Omidyar mise a punto il software che consente le contrattazioni online (l’internet del Cro Magnon, 20 milioni di utenti) a oggi (quasi 1 miliardo) sembrano passate ere geologiche. Ed eBay fu una delle poche compagnia a sopravvivere - prosperando - all’apocalisse della new economy. Anche grazie al peculiare sistema di pagamento PayPal, per cui non serve comunicare il numero di carta di credito, che con i suoi 72 milioni di clienti straccia l’American Express. All’inizio vi si vendevano memorabilia e piccole cose, oggi il 30% del fatturato viene da auto usate e un terzo delle merci offerte sono a prezzo fisso. Un mega-negozio in piena regola, ormai. Che nella sua inarrestabile espansione internazionale - l’Italia non è immune dalla mania - punta moltissimo sulla Cina. In America è anche uno stile di vita, con 500 mila persone che campano o integrano lo stipendio vendendoci di tutto. ‟E non è che l’inizio” assicura all’Economist Meg Whitman, l’amministratrice delegata che adesso la Walt Disney vorrebbe strappare e che ha risposto ‟resto almeno altri tre anni”. L’unico caso, da quelle parti, in cui non vale la regola del "chi offre di più".

Riccardo Staglianò

Riccardo Staglianò (Viareggio, 1968) è redattore della versione elettronica de "la Repubblica". Ha scritto a lungo di nuove tecnologie per il "Corriere della Sera" ed è il cofondatore della rivista …