Vanna Vannuccini: Iran. La svolta dell´Università

22 Giugno 2005
Mai nella vita Ali Akbar Hashemi Rafsanjani si sarebbe sognato di tornare un giorno nell´aula magna dell´università di Teheran, dove non metteva piede da anni, e venire accolto dagli applausi. E mai in cento lustri gli studenti della Facoltà di ingegneria – la più combattiva, quella che tradizionalmente è stata il motore di tutte le rivolte studentesche – si sarebbero aspettati di scandire slogan a favore di colui che chiamavano il Pinochet dell´Iran.
Ma la politica iraniana riserva spesso sorprese. E così, alle tre del pomeriggio di ieri, l´amato nemico è entrato nell´aula magna superaffollata da migliaia di studenti che scandivano in coro ‟Hashemì Hashemì, barayé raf e fascism, hemayatat mikonìm”, ‟Hashemi Hashemi per sconfiggere il fascismo noi ti sosterremo”.
Un sostegno condizionato, come si vede, ma determinato.
‟Un voto deve diventare dieci, dieci devono diventare cento e cento devono diventare diecimila”, ha detto un rappresentante dell´Associazione studentesca "Tahkim e Vahdat" che venerdì scorso aveva proclamato il boicottaggio delle elezioni e oggi invita invece a votare per Rafsanjani. Di fronte alla vittoria inaspettata dell´ultraconservatore Ahmadinejav, architettata a sorpresa dagli ultrà religiosi, gli studenti e la società civile si sono improvvisamente resi conto che in Iran non è in atto solo una ‟stagnazione instabile”, come dicevano i sociologi, ma che il paese potrebbe ripiombare bruscamente negli anni Ottanta: quelli dell´isolamento internazionale e della totale sottomissione ai dogmi degli ayatollah.
Rafsanjani si godeva palesemente lo spettacolo. Con un sorriso ancora più ironico del solito, gli occhi come sempre pungenti, il turbante bianco e la tunica marrone dell´hojatoleslam l´ex presidente si è seduto sul palco e subito dopo - come in tutte le riunioni dei dignitari della Repubblica islamica - un addetto ha intonato dei versetti del Corano. La platea, fatta di ragazzi che visibilmente ne hanno fin sopra i capelli dei preti, è stata colta di sorpresa e ha mantenuto il silenzio con qualche fatica. Ma alla fine della lettura del Corano la sala si è sollevata in piedi e ha intonato ‟Ei Iran, ei Marze poy gohar”, ‟Oh Iran, terra piena di tesori”, l´inno patriottico dei tempi di Mossadegh e degli inizi della Rivoluzione (prima che fosse sostituito dai canti islamici).
E questa volta è stato Rafsanjani ad ascoltare in silenzio.
Un rappresentante degli studenti, seduto accanto all´ex presidente, ha ricordato le ultime parole dell´imam Khomeini: ‟Le forze militari devono tenersi al di fuori dei giochi politici. Se lo facessero, l´Islam e il paese intero andrebbero in rovina ed è compito del Leader supremo bloccare immediatamente questo pericolo”. Applausi a non finire. ‟Noi ci battiamo senza riserve per la democrazia e i diritti umani, e vogliamo sentire da Hashemi i punti nuovi del suo programma che ci aiuteranno meglio a decidere”, ha detto il rappresentante degli studenti, e ha enumerato le richieste studentesche. Primo, togliere al Consiglio dei Guardiani il diritto di veto. Secondo, liberare tutti i prigionieri politici. Terzo, garantire la libertà di espressione e di stampa. Quarto, sviluppare l´economia con un impegno mirato alle classi più povere e alla giustizia sociale. Quinto, lasciare voce in capitolo agli studenti e libertà alle associazioni studentesche islamiche e non islamiche. Sesto, abolire le ‟istituzioni parallele” e il ‟reato politico”. ‟C´è oggi per la prima volta l´opportunità di una grande alleanza delle forze nazionali e religiose”, ha concluso.
‟Vedo che qui come oratori siamo in due”, ha commentato Rafsanjani sorridendo dell´enfasi del giovane. ‟Nella situazione molto sensibile del paese e della regione è indispensabile che voi siate vigili”, ha detto e ha promesso che se il Consiglio dei Guardiani dovesse cambiare i risultati al secondo turno ‟si opporrà con tutti i mezzi di cui dispone»” Applausi. Risatine incredule quando Hashemi dice di ritenere di essere stato lui a ‟gettare le basi delle riforme”. Poi Khatami è andato avanti, riconosce. ‟Ora le riforme devono essere continuate”. Applausi convinti.
In qualche momento la riconciliazione col nemico è sembrata lì lì per spezzarsi, come quando Rafsanjani ha insistito sul rispetto della legge mentre la sala scandiva: ‟Liberate i prigionieri politici” e ‟Ganji, Ganji”, il nome di un giornalista messo in carcere per aver denunciato le trame dei servizi segreti, e attribuendone la responsabilità direttamente a Rafsanjani. Ma l´ex presidente ha tenuta ferma la sua linea di ‟moderazione” e di ‟barriera contro l´arretratezza e l´estremismo”. Ha promesso agli studenti un open space dove tutti possano esprimere senza paura le proprie idee. E il rispetto della privacy: ‟Se qualcuno guarda nella casa di un altro e gli arriva una freccia nell´occhio la colpa è sua perché non doveva guardare”. Ma niente illegalità. ‟La legge deve essere rispettata, dai cittadini e anche - ha sottolineato - dallo Stato”. Non tutte le leggi sono buone e bisogna spingere per cambiarle. Solo questa è la strada giusta che porta al successo, ‟forse un successo non immediato ma sicuro”. Su questi basi, ‟l´Iran ha tutte le risorse, umane e naturali, per diventare il primo paese della regione e uno dei più importanti del mondo”. Entro vent´anni, non di più. Ma questi ‟cardini di moderazione devono essere mantenuti”, ha ripetuto. Gli estremismi sono ‟estranei al Corano”. Applausi.

Vanna Vannuccini

Vanna Vannuccini è inviata de “la Repubblica”, di cui è stata corrispondente dalla Germania negli anni della caduta del Muro. Ha seguito le Guerre balcaniche, lavorato in diversi paesi e, …