Marina Forti: In Niger la fame continua a uccidere
La polemica tra Msf e il Programma alimentare mondiale era già scoppiata in agosto, quando l'Ong di medici aveva accusato il Pam di non dare una risposta adeguata, ‟in quantità e qualità”, alla crisi. Il Pam aveva controbattuto: il ponte aereo ha trasferito nel paese oltre 1000 tonnellate di un mix arricchito di soia e mais, usato per assistere i bambini malnutriti nei centri d'emergenza; la distribuzione avviene con l'aiuto di Ong e del governo. Una prima distribuzione d'emergenza era in corso, per 1,3 milioni di persone in situazione più grave; nel secondo round contava di raggiungere 1,7 milioni. ‟Stiamo distribuendo il cibo giusto nei posti giusti. Quando ci rendiamo conto che un villaggio bisognoso d'aiuto urgente non è stato raggiunto, abbiamo una strategia per accorrere. Il piano di distribuzione non è fisso, si aggiusta man mano”, aveva detto il vicedirettore esecutivo del Pam nella capitale nigeriana Niamey.
In quell'occasione il Pam aveva anche lanciato un appello ai governi contributori: ‟Non cancellate il Niger dalla mappa”, perché passata la prima emozione per le immagini drammatiche tutto si scorda: dei circa 60 milioni di dollari chiesti per l'emergenza Niger, il Pam ha ottenuto circa la metà. D'altra parte una carestia è un fenomeno con diverse cause. Il Niger - come pure il vicino Mali e altri paesi dell'Africa occidentale - soffre le conseguenze di un mix letale di siccità e dell'invasione delle locuste nell'anno trascorso. Ma non basta il cattivo raccolto a provocare la fame: di solito si aggiungono cattiva distribuzione, sottovalutazione (il governo del Niger ha continuato a negare la crisi), accaparramento - al primo segno di crisi i prezzi in tutta la regione sono andati alle stelle.
Sta di fatto che dall'inizio della crisi, nel gennaio 2005, il tasso di mortalità in questa zona per i bambini sotto i 5 anni è stato di 4,1 su 10mila (è il doppio di quella che viene considerata la soglia d'emergenza), ed è cresciuto tra luglio e agosto (5,3 su 10mila). C'è una sola buona notizia: le piogge sono state buone nell'ultima stagione in tutta la fascia dalla Mauritania al Ciad, passando per il Niger; la Fao ha distribuito sementi e la semina è fatta. Il prossimo raccolto sarà buono: per chi sarà sopravvissuto.