Vanna Vannuccini: Via lo Stato ebraico dalle mappe. Show ultrà del presidente iraniano
02 Novembre 2005
Gli striscioni con scritta quella frase ‟cancellare Israele dalla mappa del mondo” sono sempre comparsi nelle riunioni dei pasdaran, le Guardie Rivoluzionarie; e da quando alle elezioni presidenziali di giugno i pasdaran, con un vero e proprio "golpe freddo", hanno stabilito la loro supremazia su tutti i centri di potere eletti, quella frase compare regolarmente nelle parate militari, tanto che gli addetti militari Ue hanno deciso di abbandonare per protesta qualsiasi cerimonia in cui compaia una simile scritta (è successo il mese scorso). Ma nessun presidente iraniano aveva finora perorato pubblicamente la distruzione di Israele, come ha fatto ieri Mahmud Ahmadinejad. ‟Non c’è dubbio. La nuova ondata (di attacchi) in Palestina radierà questo stigma dal mondo islamico”, ha detto. E ha citato Khomeini: ‟Come ha detto l’Imam, l’entità sionista deve essere cancellata dalla mappa del mondo”. Né il presidente Khatami, che per otto anni aveva cercato di convincere i falchi che la sopravvivenza della Repubblica islamica dipendeva dalla sua capacità di riformarsi e di aprirsi al mondo, né il suo predecessore Rafsanjani, che nel giugno scorso si era candidato alla presidenza contro Ahmadinejad ‟per salvare l’Iran dall’estremismo”, avevano mai pronunciato simili parole. Ma la politica di aiuto ai gruppi armati palestinesi non è mai venuta meno in Iran, anche se Teheran sostiene che si tratta solo di assistenza umanitaria e politica, e non militare. Ahmadinejad ha pronunciato la sua invettiva durante un convegno, dal titolo ‟Un mondo senza sionismo”, con cui ogni anno Teheran celebra la sua solidarietà con i palestinesi (le celebrazioni culminano nel ‟Giorno di Quds” il 4 dicembre). Il presidente ha avuto parole di fuoco anche nei confronti dei paesi arabi che sono pronti a trattare con Israele. ‟Qualunque paese arabo osasse riconoscere il regime sionista brucerà nelle fiamme della rabbia della nazione islamica”, ha detto, mentre i tremila ultraconservatori partecipanti alla conferenza scandivano le consuete litanie di morte contro Israele e l’America. Allarmate e immediate le reazioni di tutto il mondo. La Francia ha convocato l’ambasciatore iraniano per chiedere spiegazioni, la Casa Bianca ha detto di sentirsi confermata ‟nelle preoccupazioni che nutre nei confronti del programma nucleare iraniano” e Israele ha chiesto l’espulsione dell’Iran dalle Nazioni Unite ricordando che ‟gli estremisti fanno sempre seguire i fatti alle parole”. Ahmadinejad è un khomeinista duro e puro che crede che la rivoluzione islamica possa sopravvivere solo come è nata, cioè come scontro con l’Occidente. Ma anche a Teheran non saranno pochi a preoccuparsi delle sue parole. Forse perfino lo stesso leader Khamenei, che di recente ha aumentato non a caso i poteri del moderato Rafsanjani.
Vanna Vannuccini
Vanna Vannuccini è inviata de “la Repubblica”, di cui è stata corrispondente dalla Germania negli anni della caduta del Muro. Ha seguito le Guerre balcaniche, lavorato in diversi paesi e, …