Marco D'Eramo: Utah. Il cuore integralista degli Usa

31 Ottobre 2007
La neve imbianca le montagne che circondano la capitale dei mormoni, in un record di freddo per ottobre. Il parcheggio dell'albergo è pieno perché è in corso la semestrale conferenza generale della Chiesa di Gesù Cristo degli Ultimi Santi (Latter-Day Saints, LDS). Il canale televisivo della Chiesa, come anche l'università mormone, porta il nome di Brigham Young che nel 1846-47 guidò attraverso le montagne rocciose questa "persa e ritrovata tribù d'Israele" dall'Illinois fin qui nello Utah. La notizia importante è che sono stati rinnovati gli organi dirigenti della gerarchia ecclesiastica.
La Chiesa mormone riconosce due sacerdozi, un sacerdozio minore di Aaaron che conduce gli affari temporali della Chiesa attraverso i suoi vescovi, preti, insegnanti e diaconi, e un sacerdozio maggiore di Melchizedec che detiene il potere spirituale totale ed è strutturato in vari organi che culminano nel Sinodo dei 70 tra cui viene scelto il Quorum dei Dodici Apostoli, tra cui viene nominata la Presidenza. Come Dio, la Presidenza è una e trina e composta da tre membri, guidati dal presidente-padre. Il presidente esprime la parola di dio, perché i mormoni credono che la rivelazione divina non sia terminata né con i quattro vangeli né con il Libro di Mormon (1830), ma continui e continuerà nelle parole dei presidenti-profeti. Il giorno cui arrivo a Zion (nome religioso di Salt Lake City), uno dei tre componenti della Presidenza, deceduto, è stato rimpiazzato da Harry Eyring, uno dei dodici Apostoli, che a sua volta è stato sostituito da un membro del Sinodo, Quentin Cook, cooptato tra gli Apostoli.
L'età media è molto alta: il presidente-profeta Gordon Hinkley ha 97 anni; l'apostolo Joseph Wirthlin ne ha 90 e durante il suo discorso sta quasi per svenire e deve essere sostenuto. Tutti i membri del Sinodo, i dodici Apostoli e i tre membri della Presidenza (tutti maschi) sono vestiti in completo nero, camicia bianca, cravatta nera. A noi europei, già l'idea di vedere un apostolo in giacca e cravatta nera fa un po' curioso. Ma la personalità dei cooptati è ancora più interessante. Eyring (74) anni ha studiato ad Harvard Business Administration, ha insegnato alla Graduate Schhol di Business all'università di Stanford a Palo Alto in California, ed è stato presidente del Ricks College (appartenente alla chiesa mormone, oggi rinominato Brigham Young University dell'Idaho). Quentin Cook, 67 anni, è stato partner in un grande studio legale di San Francisco e amministratore delegato e presidente di uno dei maggiori enti sanitari privati della California. In giacca e cravatta passi, ma un apostolo-amministratore delegato con un impressionante conto in banca!
I mormoni sono così un esempio lampante della tesi weberiana della compenetrazione tra puritanesimo e spirito capitalista. Chiunque abbia girato per i suburbi di Salt Lake City (1,3 milioni di abitanti) sa quanto è spietato lo sfruttamento (razziale) cui i mormoni sottopongono gli immigrati, i tanti ispanici, i pochissimi neri, in una città che le ricchezze minerarie e l'affarismo dei mormoni hanno reso una delle più ricche degli Usa. La chiesa mormone possiede proprietà fondiarie, banche, assicurazioni, miniere, alberghi, fabbriche, un quotidiano.
Ma vi è un secondo aspetto - che avrebbe mandato Voltaire in brodo di giuggiole - e che smentisce in modo clamoroso l'altra grande tesi di Max Weber, secondo cui la civiltà capitalistica e la razionalizzazione avrebbero inevitabilmente portato al «disincantarsi del mondo». Guardiamo infatti a cosa credono questi sagaci apostoli-amministratori delegati.
Secondo il Libro di Mormon, pressappoco nel 600 avanti Cristo, subito prima che i babilonesi distruggessero Gerusalemme, le famiglie di Lehi (un facoltoso mercante ebreo), di Ishmael e Zoram viaggiarono dalla Palestina fino in America dove Lehi morì. Dopo la sua morte, il suo quarto figlio, Nephi, venne a sapere che i fratelli stavano complottando contro di lui, così fuggì e con i suoi seguaci si rifugiò nei boschi. I seguaci di Nephi si chiamarono nephiti (suddivisi a loro volta in josephiti, giacobiti, e zoramiti). I seguaci del primogenito di Lehi, Laman, furono chiamati lamaniti, anche se vi erano ishmaeliti, lemueliti... Secondo i mormoni, nephiti e lamaniti sono i progenitori degli indiani di America, o almeno di una parte, e ricevettero una visita di Gesù Cristo subito dopo la sua crocifissione. Dopo una serie di secolari peripezie, i nephiti furono sconfitti dai lamaniti.
La storia di questi popoli fu registrata in tavole dorate scritte in misteriosi geroglifici da Mormon, padre di Moroni, l'ultimo sopravvissuto dei nephiti, che ricevette le tavole da suo padre e le nascose nel 421 d. C. in un luogo che 14 secoli dopo (nel 1823) sarebbe si sarebbe trovato nello stato di New York, vicino alla casa di Joseph Smith (1805-1844) cui Moroni apparve in sogno, gli fece trovare le tavole e, grazie a una «pietra profetica», lo rese capace di trascriverle in inglese moderno in quel che è divenuto il Libro di Mormon. Va detto che Joseph Smith aveva già trovato altre pietre magiche che, diceva, lo rendevano capace di individuare tesori nascosti, attività in cui fu impegnato per quattro anni, tanto che nel 1826 fu trascinato in processo come impostore per il mancato ritrovamento di un tesoro.
Sarebbe facile sorridere per questa barocca riscrittura della storia e il groviglio di credenze di cui è impastata, se non fosse per due fenomeni. Il primo è che, a differenza delle altre sette nate durante il Secondo Grande Risveglio, i mormoni si distaccano assai dalla tradizione cristiana. Il loro puritanesimo (non fumare, non bere alcol, tè o caffè), l'attesa dell'«ultimo giorno», la fede nelle profezie, nelle visioni, nella glossolalia (il «parlare fluente» in lingue incomprensibili ma comprese) li accomuna alle chiese pentecostali, ma se ne distaccano sotto molti aspetti, sia organizzativi (la Chiesa mormone ha stabilito uno stato teocratico negli Usa, lo Utah, e la sua origine smentisce la dottrina della separazione netta tra chiesa e stato), sia dottrinari (i mormoni credono nella trinità, ma secondo loro sia il Padre sia il Figlio sono di carne e ossa; le anime degli uomini vivono fin dall'inizio dei tempi presso dio, Gesù è venuto in America dopo la sua morte...). Perciò la mormone è stata definita l'unica nuova religione creata nell'800, visto che il suo rapporto con il cristianesimo è simile a quello dei cristiani con gli ebrei (p. es. l'aggiunta di un nuovo testamento).
Il secondo fenomeno stupefacente è la velocità delle conversioni. Il Libro di Mormon fu dato alle stampe nel 1830 e già dopo soli 9 anni, la religione aveva attraversato l'Atlantico e in Inghilterra si convertiva al mormonismo il trisnonno di Mitt Romney (ex governatore del Massachusetts, candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali del prossimo anno: vedi la puntata precedente pubblicata domenica 21 ottobre). La diffusione è dovuta in grandissima parte alla incredibile attività missionaria (vedi articolo accanto): ma proprio la sua diffusione lo diluisce. Harry Reid, il presidente del senato e senatore democratico del Nevada, si è convertito al mormonismo a 29 anni quando ha sposato la moglie mormone. Proprio mentre sono in Utah, lui è venuto a tenere una conferenza alla Brigham Young University a Provo (60 km a sud di Salt Lake City).
Nel suo discorso dice che vi sono stati profeti della chiesa LDS troppo conservatori: lo Utah è insieme all'Idaho lo stato più reazionario d'America. Reid ricorda che vi sono stati Apostoli mormoni apertamente razzisti e membri della John Birch Society: quel che ti colpisce qui è quel che non vedi. Non vedi neri: mentre nell'intero paese gli afro-americani costituiscono circa il 12,5% della popolazione, qui nello Utah sono solo l'1,3%. Reid condanna la guerra in Iraq. Il risultato è che mentre torno in macchina a Salt Lake City, ascolto un talk show alla radio e un ascoltatore, devoto mormone, dice che bisognerebbe uccidere Reid: "è un traditore".
(2-continua)

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …