Marco D'Eramo: USA. L'antrace colpisce ancora

05 Agosto 2008
Sette anni dopo aver gettato nel panico l'America intera, l'antrace continua a mietere vittime. Stavolta a soccombere è stato uno scienziato che del bacillo del carbonchio era uno dei massimi specialisti: Bruce Ivins, 62 anni, un dottorato in microbiologia presso l'università dell'Ohio alle spalle, per 18 anni impiegato civile del centro militare di guerra biologica degli Stati uniti (Us Army Medical Research Institute of Infectious Deseases, ovvero Usamriid) nei laboratori ultrasegreti di Fort Detrick in Maryland.
Figlio di un farmacista laureato a Princeton, Ivins è morto martedì nel Frederick Memorial Hospital (Maryland) dopo aver ingerito una dose massiccia di Tylenol (potente antidepressivo) e codeina. Secondo il ‟Los Angeles Times”, Ivins si sarebbe suicidato perché stava per essere incriminato per l'ondata di lettere al carbonchio che dal settembre al novembre 2001 avevano fatto cinque vittime e avvelenato altre 17 persone.
La prima vittima era stata il responsabile fotografico di un tabloid (il ‟Sun”) di Boca Raton, in Florida: era il 5 ottobre 2001, solo 24 giorni dopo l'attentato al World Trade Center dell'11 settembre. Poi l'antrace fece la sua apparizione in lettere indirizzate a due noti presentatori televisivi, di cui uno era Tom Brokaw delle Nbc News. Lettere arrivarono anche a Patrick J. Leahy, senatore democratico del Vermont, e al capogruppo dei senatori democratici Tom Daschle (del sud Dakota). Tutte e due le buste erano accompagnate da un identico messaggio: ‟Abbiamo quest'antrace. Adesso sarete voi a morire. Siete spaventati? Morte all'America. Morte a Israele. Allah è grande”.
Oggi facciamo fatica a ricordare il clima di terrore che queste buste provocarono negli Stati uniti. Fu chiuso il Parlamento e tutti gli uffici statali di Washington furono evacuati. Nessuno aveva più il coraggio di aprire la propria posta. Anche perché i destinatari del veleno sembravano casuali. Comprensibilmente due delle cinque vittime furono postini, ma morirono di antrace anche un infermiere 61-enne di New York e una 94-enne vedova in un paesetto del Connecticut che il 21 novembre del 2001 fu l'ultima vittima. Antrace fu trovato in uffici postali in California, Utah, Missouri, nell'ufficio del governatore dello stato di New York, George Pataki, e nell'ufficio del cancelliere tedesco Gerhard Schroeder a Berlino. La stampa era scatenata. Le consegne a domicilio, il nucleo pulsante del commercio al dettaglio statunitense, erano bloccate. La multinazionale farmaceutica Bayer chiedeva cifre folli per accelerare la fabbricazione del suo vaccino Cipro.
Naturalmente, investito della sua funzione di comandante in capo nella ‟guerra al terrore”, il presidente George Bush tuonava contro al Qaida ritenuta responsabile di quest'attacco biologico: ‟Siamo vigilanti, siamo determinati”. Ma non c'era nulla che Bush potesse fare. L'antrace può essere prodotto a casa con materiale comprabile in qualunque supermercato. Finché un bel giorno le lettere all'antrace smisero di arrivare (e non sono mai più tornate).
Placata l'isteria, l'Fbi si decise a usare per una volta il rasoio di Occam, e cioè a cercare la soluzione concettualmente più semplice: in fin dei conti l'istituzione che produce più carbonchio al mondo a scopi militari è proprio l'esercito statunitense nel suo dipartimento di guerra biologica. Non solo, ma tutti i dipendenti dell'Usamriid erano stati vaccinati contro l'antrace già nel 1999 ed erano quindi tra coloro che potevano maneggiarlo senza timore. Fu così che nel febbraio 2002 l'Fbi lasciò filtrare alla stampa (al ‟Baltimore Sun” e al columnist del ‟New York Times” Nicholas Kristof) il nome di un sospetto, Steven Hatfill, un personaggio che sembra uscito di sana pianta da un film di spionaggio: addestrato nei commandos, laureato in medicina, specializzato in guerra biologica, il suo profilo combaciava perfettamente con quello dell'ipotetico attentatore. Durante tutta l'indagine Hatfill fu l'unico a essere definito dall'Fbi ‟persona d'interesse”. Però gli anni passavano e i sospetti su di lui non si concretizzavano mai e la sua pista si rivelava un binario morto. Così a fine 2006 l'Fbi decise di riesaminare da capo tutta la documentazione, prendendo in considerazione tutti gli altri 125 ricercatori di Fort Detrick.
Fu allora che cominciarono a saltare fuori incongruenze su Bruce Ivins, uno dei più stimati scienziati al servizio della guerra biologica, autore di numerosi articoli sull'antrace (l'ultimo è apparso il 7 luglio scorso sulla rivista ‟Antimicrobial Agents and Chemiotherapy”), che nel 2003 aveva addirittura ricevuto, insieme a due colleghi dell'Usamriid, la più alta onorificenza attribuita dal Pentagono ai suoi impiegati civili, per aver contribuito a risolvere problemi tecnici nella produzione di un vaccino contro l'antrace.
Risultò che già prima del maggio 2002 Ivins aveva ammesso con gli ispettori dell'esercito di aver trovato nel proprio ufficio tracce di contaminazione di arsenico, di avere passato allo strofinaccio e alla candeggina più di 20 aree che sospettava fossero state contaminate da un trascurato tecnico di laboratorio e di aver taciuto questa contaminazione per più di due mesi. Il problema è che qualunque specialista di guerra batteriologica sa che un'area contaminata va disinfettata due volte, mentre Ivins dichiarò sotto giuramento che non ricordava di averla ripassata una seconda volta come da manuale. All'epoca Ivins non fu punito per quest'omissione (l'esercito non voleva incoraggiare rapporti su fuoriuscite accidentali di sostanze tossiche). Ma nel 2006 le lacune del racconto di Ivins apparvero molto più sospette. L'Fbi cominciò a interrogare colleghi e parenti, compreso, l'anno scorso il suo fratello minore. Nel frattempo nuove analisi di laboratorio dell'antrace trovato sulle lettere avevano raffinato la sua struttura e ristretto le possibili aree di provenienza. Fattostà che una settimana fa il direttore dell'Fbi, Robert Mueller, aveva annunciato alla Cnn ‟grandi progressi nell'indagine”: apparentemente un controsenso, visto che il 27 giugno il ministero della Giustizia aveva appena accettato di pagare a Steven Hatfill ben 5,82 milioni di dollari come risarcimento per aver invaso la sua privacy e rovinato la sua carriera: ed è rarissimo che lo Stato americano acconsenta a risarcimenti in casi giudiziari.
Ma proprio il concordato con Hatfill ha segnato l'inizio della fine per Ivins: secondo quanto riferisce il ‟Los Angeles Times”, fu allora che la sua depressione si aggravò. Gli fu comunicato che sarebbe stato messo in pensione anticipata a settembre. Poco dopo gli fu negato l'accesso alle aree segrete e gli fu tolta la security clearance (l'accesso ai documenti e ai dati riservati). Confessò al suo terapista di pensare al suicidio. Fu ricoverato nella clinica interna a Fort Detrick per il trattamento della depressione. Il 24 luglio fu dimesso dalla clinica. Cinque giorni dopo Burce Ivins, specialista di antrace per l'esercito americano, moriva. Non sapremo mai se era davvero lui il responsabile delle morti di sette anni fa, e soprattutto ignoreremo per sempre il perché.

Marco d’Eramo

Marco d’Eramo, nato a Roma nel 1947, laureato in Fisica, ha poi studiato Sociologia con Pierre Bourdieu all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Giornalista, ha collaborato con “Paese Sera” …